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Destre. De Turris: “Sindaco di tutti” pessimo slogan. Alemanno paga la perdita d’identità

by Gianfranco de Turris
31 Maggio 2013
in Corsivi, Politica, Scritti
0

ALEMANNOIl risultato di questa tornata amministrativa è lampante, nessuna oscurità. Coloro i quali avevano votato per rabbia, disperazione, demoralizzazione, indignazione Cinquestelle, sono in parte tornati ai partiti di riferimento originario dimezzando i voti del Movimento. Constatato  il comportamento, fra il demagogico e il ridicolo, dei ben 160 cittadini deputati e senatori mandati in Parlamento non si sa bene per quale loro merito intrinseco, hanno pensato bene a livello locale di togliere la fiducia sub condicione che avevano loro dato. Sicché gli elettori di centrosinistra sono tornati in buona parte al PD e in  minima parte si sono astenuti; gli elettori di centrodestra e di destra in massima parte hanno continuato ad astenersi e in piccola parte hanno premiato Fratelli d’Italia.

Le spiegazioni non sono altre e su di esse il centrodestra deve interrogarsi, ma non lo farà come non l’ha fatto in passato, e queste sono le conseguenze della sua paura, ignavia e superficialità. Si è mai chiesto, ad esempio, perché si sono perse città come Trieste e Rieti, da sempre propense a destra? No, nessuno ha denunciato scelte e strategie sbagliate. E infatti si continua a sbagliare, e infatti si perderanno Viterbo e Roma.

In quest’ultimo caso tutti se lo aspettavano dato il comportamento del sindaco uscente. Alemanno aveva sollevato moltissime speranze, tanto da superare al ballottaggio Rutelli. Quindi lo avevano votato componenti politiche diverse, ma nel suo mandato è sembrato essere il sindaco delle lobby politiche e religiose di centrosinistra, dimenticando del tutto la componente di centrodestra che era la sua base elettorale naturale e che finalmente poteva vedere un suo rappresentante al vertice della capitale d’Italia, un fatto mai avvenuto prima. Le sue scelte stanno invece a dimostralo tanto da essere stato soprannominato Veltromanno: nessuna differenza nella gestione della città rispetto a quella delle giunte di centrosinistra guidate dao Veltroni e Rutelli. Forse peggio, e certo non ci si può nascondere dietro l’usbergo del calo della criminalità. Non si vive solo di Legge & Ordine, ma anche di altro. Dopo la cacciata di Umberto Croppi dall’assessorato alla Cultura è subentrato un certo Gasperini, un ex dc mi pare, che ha brillato per la sua assenza. Anche altri centri di potere culturale sono stati del tutto inesistenti: iniziative zero, riequilibrio dei punti di vista zero, possibilità di parlare di una cultura diversa zero, promozione di idee alternative zero.

La gestione del sindaco di centrodestra Alemanno e dei suoi assessori e funzionari durata cinque anni, sarà come mai esistita, non ha inciso sulla realtà, non lascia nulla dietro di sé (a parte alcune poltrone occupate), una parentesi di vuoto. Per non parlare delle promesse e degli annunci non mantenuti, cambiati dalla sera alla mattina, tanto da far nascere anche il soprannome di Retromanno. Mi si dica il motivo per cui qualcuno di destra avrebbe dovuto votarlo. La mozione degli affetti non funziona più. Il rischio di avere un antipatico demagogo come Marino in Campidoglio, alla guida di una giunta presumibilmente litigiosa, si corre.

La delusione crescente, come è stata man mano segnalata ogni volta nel corso di cinque anni, ha avuto la meglio tra gli elettori moderati e di destra, che non hanno certo votato a sinistra o cinquestelle, ma hanno preferito restare a casa.

Le scusanti di Alemanno, lette sui giornali, appaiono ben ridicole e un politico di lungo corso come lui se le poteva risparmiare per non cadere nell’abisso del ridicolo. Secondo l’ancora per poco sindaco (a meno di un miracolo politico) il derby Roma-Lazio avrebbe addirittura “traumatizzato” la città! Ma siano seri… Se ne inventi una migliore. Una astensione record del 20 per cento in meno non si spiega con questi pseudo analisi sociologiche. Un po’ come Grillo che, non sapendo più come giustificarsi, dà la colpa del suo dimezzamento agli “italiani” che non lo hanno capito.. Forse il “trauma” degli elettori è stato causato invece dal bilancio che hanno effettuato dei su cinque anni di Alermanno al Campidoglio,dopo avergli consegnato tante speranze di cambiamento. Una occasione perduta e ahimè irripetibile..

Quindi, ci si metta l’animo in pace: l’ambiguità, la perdita di identità, le promesse mancate, il rinnegamento del passato anche in modo brutale, il cercare di barcamenarsi quotidiano, la politica degli annunci, la smentita di ogni promessa passata: tutto ciò non paga. La scusa del “sindaco di tutti” non giustifica nulla, perché a Roma è apparso evidente che Alemanno dopo l’elezione del 2008 si è dimostrato sindaco di tutti eccetto che degli elettori di centrodestra che lo hanno votato (a parte qualche fortunato…). L’illusione di poter far conoscere alla capitale, governata da sempre da democristiani e comunisti, un’aria nuova, una cultura diversa, un atteggiamento morale che tagliasse col passato é miseramente svanita di fronte alla paura di essere definito “fascista”, agli scandali e all’immobilismo. Nessun riequilibrio, nessuna nuova possibilità, nessuna messa in circolo di energie e idee controcorrente. Insomma, solo un poltronificio. Insomma: Veltromanno.

A ogni sconfitta elettorale nessuno ammette le proprie colpe, nessuno fa tesoro della lezione. Si naviga a vista, non si elabora non dico una strategia a lunga scadenza ma nemmeno una tattica a breve. Giustamente allora è bene auspicare che una certa classe dirigente se ne vada a casa. Purtroppo alle sue spalle lascia il vuoto assoluto, avendo eliminato nel corso degli anni tutti coloro di cui avevano paura perché pensavano potessero far ombra. Non esiste nemmeno una generazione di ricambio: nell’arco di quattro lustri hanno azzerato la politica giovanile: quelli che avevano 20 anni nel 1993 sono diventati dei quarantenni uguali nel peggio alla famosa Casta che tanto disprezzavano, e quelli nati nel 1993 sono in genere totalmente impreparati e incolti. Se la Destra è sconfitta, anzi morta, è colpa solo della Destra e di coloro i quali l’hanno guidata sino ad oggi.

Gianfranco de Turris

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