Fabrizio Miccoli è stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione. L’ex attaccante di Juve, Palermo e della nazionale era accusato di estorsione aggravata. La sentenza è stata pronunciata dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Palermo. La difesa di Miccoli aveva chiesto l’assoluzione.
Miccoli era accusato di aver fatto ricorso al figlio di un presunto mafioso per far recuperare a un suo amico un credito di svariate migliaia di euro che egli vantava dalla gestione di una discoteca di Isola delle Femmine. La Procura aveva chiesto quattro anni di reclusione per l’attaccante, la cui difesa, invece, aveva avanzato la richiesta di assoluzione.
L’episodio contestato era venuto alla luce nel 2013 e aveva fatto scalpore anche per le intercettazioni in cui l’ex calciatore aveva insultato la memoria di Giovanni Falcone. Parole per le quali Miccoli s’è scusato pubblicamente, anche con una lettera aperta.
I legali del giocatore annunciano ricorso
“Siamo basiti per una sentenza in totale disaccordo con quanto ha già stabilito il Tribunale di Palermo – ha detto Giovanni Castronovo, avvocato di Miccoli alla Gazzetta dello Sport -. Adesso siamo al paradosso che viene condannato il presunto mandante di un’estorsione, mentre il presunto esecutore è stato assolto da questa accusa. Quindi per il Tribunale non c’è stata estorsione e per il Gup sì. Faremo appello con tutte le nostre forze affinché venga ripristinato lo stato di diritto – ha proseguito – che riteniamo sia stato leso. Miccoli è molto nervoso e triste perché sa di essere innocente. Lui è completamente estraneo ad ogni accusa e cercheremo di dimostrarlo nel processo d’appello”. Il giocatore, presente in tribunale, non ha voluto commentare la sentenza.