Per essere un campione devi avere la capacità di distinguerti, eccellere in ciò che fai rendendoti inimitabile agli occhi del resto del mondo, nello sport ma soprattutto nella vita, al di fuori di quelle quattro corde che delimitano il ring. Se parliamo di Giacobbe Fragomeni e della sua carriera da pugile, non potremmo che parlare di un’avventura romantica, fatta di alti e bassi ma con tante vittorie, con o senza avere indosso i guantoni. Un’avventura che non può non essere sui generis.
Giacobbe e la nobile arte si incontrano quasi per caso, quando il giovane milanese ( di origini calabresi ) a vent’anni inizia a frequentare la palestra del maestro Ottavio Tazzi, col solo obiettivo di perdere peso. Fugge da una situazione familiare difficile, dalla tossicodipendenza e dal sovrappeso. Ma è il dio Ermes, che gli antichi Greci consideravano inventore del pugilato e protettore degli atleti, a intercedere ed a tendere a Fragomeni il suo famoso bastone da viandante. Infatti, dopo dieci anni tra i dilettanti e la vittoria di un oro europeo, nel 2001 Giacobbe diviene un professionista nella categoria dei pesi cruiser ( 90 kg ) e, nonostante la sua statura al di sotto del metro e ottanta, nel 2008 si laurea campione del mondo WBC a seguito della lettura dei cartellini di un match combattutissimo contro Rudolf Kraj. La sua struttura fisica massiccia e lo stile rude ma concreto ricordano quelli dell’imbattibile “bombardiere di Brockton”, Rocky Marciano, campione del mondo dei pesi massimi a cavallo tra gli anni ’40 e ’50.
Se Alì volava come una farfalla e pungeva come un’ape, di Fragomeni dicono che voli come una rondine e picchi come un cinghiale. E, da grande appassionato di tatuaggi, il “nostro” non poteva che incidersi sui pugni due rondini in stile old school, simili a quelle che i marinai del secolo scorso si tatuavano a testimonianza della loro particolare abilità nelle “scazzottate”. In fondo Fragomeni non poteva scegliere simbologia migliore per raccontare la sua storia sulla pelle (per citare Nikolai Lili), la storia di chi, colpito più volte dalla vita ha deciso di reagire, di combattere e di affrontarla faccia a faccia, prendendola a pugni.