Si comincia a intravedere qualcosa di nitido dopo la terza giornata di Serie A. In cima, affianco al solido primato juventino, ci sono l’Inter e il Napoli.
Spalletti dà lezioni di concretezza anche agli epicurei
A tratti persino cinicamente manciniana, l’Inter di Spalletti stende il coraggio della Spal che sotto i riflettori meneghini non si è tirata indietro. Spalletti ripropone lo stesso modulo, con Dalbert (sufficiente) al posto di Nagatomo, il duo Borja-Gagliardini davanti alla difesa e Joao Mario custode del trio Candreva-Perisic-Icardi. L’Inter la sblocca su rigore – l’annosissima Var ci impiega più di sei minuti per decretarlo, con Rizzoli che tuona “è inammissibile” – del killer Maurito e la chiude a fine gara con un bolide di Perisic dal limite dell’area. Ordinaria amministrazione o quasi, i nerazzurri creano ma ancora di più eseguono certosini la scienza della concretezza, cercando l’imbeccata quando possibile, evitando il possesso sterile e compattandosi in difesa. Una chicca: Skriniar, guardiano della difesa sempre più affidabile, sfiora la rete da trentacinque metri, scheggiando la traversa e sorridendo al nume di Adriano Leite Ribeiro. Borriello lì davanti si barcamena, fa ciò che può (Paloschi non lo aiuta), come il capitano epicureo Mora, mastino frangiflutti e Licurgo di Ferrara.
Sarrismo fa nove gol in tre partite, eppure…
Sarrismo promosso, ma senza bacio accademico. Contro il Bologna finisce tre a zero ma rimane qualche fantasma della settimana scorsa. La trama è meno avvolgente, più orizzontale, con meno lampi. La partita va in discesa con l’ingresso del talismano Zielinski, che ancora una volta prende il posto dell’appannato Hamsik. Sarà un caso ma Callejon la sblocca subito dopo, al 66′, con il primo vero taglio sul secondo palo con pennellata di Insigne. Mertens fa il secondo rubando palla alla difesa e infilando Mirante. La chiude Zielinski che suona l’inno del sarrismo: finalmente arriva la sinfonia corale, Mertens dialoga con Ghoulam, palla larga a Callejon che serve Zielinski a porta spalancata. Il Bologna, disposto bene, prima dell’affondo partenopeo sfiora il gol con Destro – rimpallo che per poco non carambola in rete – e con un paio di staffilate di Verdi dove Reina è vigile. Forse un pizzico meno spumeggiante, ma in tre partite il Napoli fa nove reti.
Di Francesco è pronto a tener testa al Cholo
La Roma è ritemprata visto il riposo obbligato causa maltempo ed è pronta per la sfida contro l’Atletico di Simeone, vecchia bandiera biancoceleste. Che, vulcanico, gasa i suoi: “Qui a Madrid c’è la vita, la Roma è al nostro livello, come il Chelsea. Ma non dobbiamo avere complessi di inferiorità”. Di Francesco, pacato e determinato, carica i giallorossi affiancato da Strootman: “Dobbiamo dare tutto, sarà una battaglia vera. Ma abbiamo le armi per vincere, Kevin è un campione e Gerson è forte forte. De Rossi è un esperto di gare internazionali, io e Radja un po’ meno, ma non contiamo solo noi”. E allo scolastico 4-4-2 del Cholo, con i fantastici quattro Koke-Carrasco-Torres-Griezmann a minacciare le retroguardie della Lupa, Eusebio risponde con il collaudato 4-3-3, con la speranza di avere Florenzi dal primo minuto (favorito su Bruno Peres) e dall’altro lato lo strapotere roccioso di Kolarov. Con la volontà di puntare ancora su Defrel accanto a Perotti e a Dzeko.