Zdenek Zeman è tornato (di nuovo!) a suon di gol. Vittima sacrificale il Foggia dell’allievo prediletto, Stroppa. Esordio migliore per il Boemo non poteva esserci. Lui, che è gelido, chissà se avrà provato un tuffo al cuore quando è finito in rete il quinto pallone che il suo Pescara ha rifilato al Foggia.
È finita cinque a uno per gli abruzzesi, l’incontro nostalgia zemaniana tra i biancazzurri e il Foggia che lo lanciò nell’Olimpo del calcio. Ora che, a settant’anni suonati, il Boemo riparte dalla B (ancora una volta) lo fa battendo il simbolo del passato, guidato in panchina da Giovanni Stroppa, allievo prediletto e grandissimo (ex) talento mai del tutto sbocciato del calcio giocato.
Al settimo minuto è iniziato l’inferno dei satanelli pugliesi. Il Pescara è una squadra zemaniana, cioé pressa altissimo e corre dal primo all’ultimo secondo. Proietti ruba un pallone sanguinoso alla difesa rossonera e serve Pettinari che non sbaglia da due passi. Il Foggia cresce e domina per tutto il primo tempo, divora tre volte almeno il pareggio. Ma non basta.
Inizia il secondo tempo e dopo scarsi dieci minuti Pettinari, stavolta imbeccato da Crescenzi dopo una galoppata sulla fascia destra, buca ancora il portiere Guarna. La partita è in discesa. Di minuti ne passano altri sette e una zampata (o uno stop troppo lungo?) di capitan Brugman ispira il neoentrato Benali che s’inventa un diagonale imparabile. Tre a zero. Non è finita. Ancora Benali serve al centro dell’area Mancuso che si gira e la piazza alle spalle del portiere foggiano. E sono quattro, al 79esimo.
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Pettinari, però, ha deciso che non è finita. E così, solo due minuti dopo la rete di Mancuso, addomestica un pallone sul lato destro dell’area avversaria, si beve in tunnel il difensore foggiano Empereur e la piazza sul primo palo. Guarna non la prende. E il Pescara fissa il punteggio sul cinque a zero.
Il Foggia, come un pugile suonato che si gioca il tutto per tutto, si lancia stanco in avanti. Il Pescara non vuole infierire. Germi indovina un gran tiro dai trenta metri e conquista il punto della bandiera. Cinque a uno.
Il Boemo è tornato e non ha avuto pietà per il suo passato. Alla fine, conferenza stampa insieme al pupillo Stroppa. Baci, abbracci, complimenti e sportività.