Che nessuno sia profeta in patria si sapeva. Come nota ai più è anche la legge naturale della redenzione e comprovato è il precedente giudiziario della fuga in una nuova terra per una nuova vita. E così due esuli si ricontrano in divisa rossa a stelle, a Tirana: Luciano Moggi e Mark Iuliano sono i due colpacci del Partizani Tirana, club della capitale, tra i primi (l’anno scorso classificatosi secondo) della Kategoria Superiore. A dirla tutta, l’ex difensore più discusso d’Italia ha appena raggiunto, come novello ct, Moggi, che da aprile – dopo la sentenza di definitiva radiazione dallo Stivale – ricopre un ruolo “di consulenza e cooperazione in tutti i settori del club, dalla parte sportiva fino al marketing”.
Le vite di due damnati si intrecciano di nuovo sotto l’egida dell’ambizioso presidente Demi, che punta a portare la squadra ai massimi livelli “anche in campo internazionale”. Le luci (e le ombre) di Tirana diventano refugium e le acque (ennesima) possibilità di un difficile tuffo di palingenesi per Moggi – a settantanove anni alla ricerca di una casa – e per Iuliano – “sente ancora di star pagando il fallo su Ronaldo” e, dopo la panchina a Pavia, Latina e a Como, cerca un palco consacratorio -. Con un popolo che (ri)scopre il pallone e che ha già amato la rivoluzione De Biasi e ora guarda con orgoglio al nuovo allenatore della Nazionale, Christian Panucci. Una chicca: il Partizani arriverà in ritiro in Italia a Roccaporena. E’ già programmata un’amichevole contro la Ternana e ora anche la Salernitana– trampolino granata di Iuliano – insegue la suggestiva idea. Ovviamente all’Arechi. Ovviamente con tutti presenti.