Il vero pugilato è quello visto sabato notte sul ring di Ugento tra i due contendenti al titolo italiano pesi medi, il campione in carica Andrea “Martello di Melissano” Manco e lo sfidante Domenico “Vulcano” Spada.
Nulla a che vedere con questo sport ciò che si verificato a fine match, con il pubblico salentino, tutto a favore del “Martello di Melissano”, che prima ha iniziato un’intifada di bottiglie ed altri oggetti verso Spada (alcuni dei quali hanno colpito il figlio del “Vulcano” romano), e poi ha tentato addirittura di salire sul ring, costringendo quindi sia la sicurezza che le forze dell’ordine ad intervenire.
Motivo della bagarre finale è stata la vittoria unanime assegnata dai giudici allo sfidante romano, Domenico Spada, con il punteggio di 77-76, 78-75 e 77-76 dopo che il match è stato interrotto alla settima ripresa per la rottura del sopracciglio e la conseguente perdita di sangue per Manco, il quale, dal suo angolo, lamentava una testata (involontaria?) da parte dell’avversario.
Peccato davvero, sia per la sospensione anticipata del match che per il suo antisportivo finale, poiché i due pugili, tenendo fede ai rispettivi soprannomi, si sono dati battaglia dalla corta distanza, guardia contro guardia, colpendosi soprattutto con combinazioni di ganci e montanti al volto ed al corpo, mantenendo inoltre un’intensità ed un ritmo frenetici nel corso delle sette riprese.
Ma ciò che fa soprattutto onore ai due contendenti è il reciproco fair play e la sia prima che dopo la fine dell’incontro, con Manco che chiede al microfono al suo pubblico di non rovinare una serata di sport e che accetta il verdetto, abbracciando e complimentandosi con Spada.
Eccolo qui allora lo spirito della boxe, lotta agonistica sul ring e stretta di guantoni alla fine del match.