
Welcome back, Huddersfield. Anche la Premier saluta un clamoroso ritorno di una vecchia grande d’Inghilterra: dopo quarantacinque, lunghissimi, anni risalgono in massima serie i Terriers biancocelesti delle West Midlands.
È stata una lotta durissima, risolta solo ai calci di rigore, contro il blasonato Reading. Nessuno avrebbe puntato mezzo penny sull’Huddersfield del “pazzo tedesco sconosciuto” David Wagner, giunto su quella panchina scomodissima con l’unica credenziale d’esser amico intimo di Jurgen Klopp. E invece, dopo un campionato in cui si son inchiodati al quinto posto valevole per disputare i playoff, i Terriers hanno ritrovato la gioia che mancava da quasi mezzo secolo, grazie a un altro tedesco, il centrale difensivo Christophe Schindler che ha ingarrato il penalty decisivo.
Noi, uomini duri: i waldganger del football.
Wagner, dicevamo. S’è dimostrato l’allenatore che chiunque vorrebbe al timone della sua squadra. Altro che milioni e milioni sprecati sul mercato, con un bilancio più risicato di quello della sciura Adalgisa in salumeria, è riuscito a confezionare un autentico miracolo sportivo. Dicono di lui che sia pazzo. Già, perché ha portato i suoi ragazzi in ritiro precampionato in Scandinavia. Ma più che di pallone, quello era un continuo corso di estrema sopravvivenza. Niente acqua corrente, niente di niente. Zero telefoni, zero internet, letti manco a parlarne.
S’era guadagnato la ribalta del Guardian, per questo. “Siamo stati in Svezia per quattro giorni e tre notti, senza toccare palla. Eravamo nel nulla più totale, nei boschi, nella natura selvaggia. Hai fame? Prendi la lenza e pescati il pranzo. Hai sete? Vai al lago e riempi la borraccia. Hai freddo? Accenditi il fuoco”. È stato un percorso massacrante, tra lunghe marce e sessioni interminabili di canoa. Ma è servito a vincere, anche contro gli odiati rivali del Leeds. Facendo impazzire di gioia, oltre ai tifosi, lo stesso “pazzo” Wagner che s’è fatto di corsa tutto il campo per andare ad abbracciare Michael Hefele, autore della zampata vincente del 2-1.
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Ha corso il rischio dell’ammutinamento, Wagner. E ha vinto lui. Con i suoi metodi da sergente d’acciaio, lo spogliatoio è diventato una roccia, la squadra è partita con l’idea di ammazzare il campionato e per poco ci riusciva. Nella fase finale del campionato c’è stato un calo fisico anche importante. Ma qui è venuta fuori la grande lezione imparata nelle radure scandinave: mai mollare, oltre ogni spasmo, fino all’ultimo rigore, fino a quando non raggiungi l’obiettivo, dovessi pure passare per l’inferno.
Un sogno che diventa realtà. A prezzi popolari.
Così il “pazzo e sconosciuto” amico di Jurgen Klopp, ex allenatore della squadra riserve del Borussia delle meraviglie è diventato grande. E tutto questo mentre la società, ingolosita dai premi partita e dalla prevedibile abboffata di diritti tivvù, non dimentica i suoi tifosi: agli aficiadonas più fedeli, quelli che s’andavano a vedere l’Huddersfield negli anni di magra e che mai hanno sentito vacillare la loro fede. Per loro l’abbonamento stagionale costerà poco più di cento sterline. Avete capito bene, più o meno il prezzo di un buon biglietto per una sola partita di qualunque altra squadra inglese. Dai boschi della Svezia al cuore del tifo popolare, poi dice che il calcio è roba di plastica.
Bentornato, Huddersfield Town.