Non so chi vincerà il primo Slam della stagione, so però chi ha già vinto: Roger Federer. Il trentacinquenne di Basilea, dopo sei mesi di stop, al terzo turno ha battuto un top ten, Thomas Berdich regalando al pubblico della Rod Laver Arena un’ora e mezza di tennis con tutte le lettere maiuscole. Un altro sport, a dirla tutta, se si confrontano i ricami dello svizzero con le pallate di tutti gli altri.
Ogni anno, tutti a dire che sarà l’ultimo anno. Che non potrà più vincere uno Slam, che difficilmente resterà nei top-ten. Che è meglio ritirarsi mentre si è al top e non subire sconfitte brutte e deludenti.
E lui, Roger, con la classe e lo stile del prescelto, puntualmente – per fortuna -smentisce tutti. E, in questa seconda o terza giovinezza, regala match di livello altissimo, molto più attraenti di quelli dei suoi avversari più agguerriti.
Djokovic ha perso malamente da Istomin, a dimostrazione di come quando il gioco si basa esclusivamente sulla forza fisica, quando si è l’esasperazione del pallettaro, non si può mantenere un altissimo rendimento nel medio lungo termine. Nadal che dopo un anno e mezzo di letargo sembra essere tornato un po’ più tonico, rimane un tennista scoppiato, che non ha più niente a che vedere con quello che vinceva tutte le partite anche da situazioni di punteggio impossibili. I break si subiscono dalle cartilagini quando non si ha classe. La lista di top ten urla vendetta. Gente come Gael Monfils, Thomas Berdich, Milos Raonic rappresenta uno scherzo del sistema a punteggi. Molto più bello e interessante da vedere è il gioco di giocatori come Gasquet, Misha e Alexander Zverev, Gilles Muller, ma per motivi diversi non riescono a venir fuori con la dovuta continuità.
Raonic a guardare il tabellone – parte bassa – senza Djokovic ha un’autostrada davanti a sé. Purtroppo.
Volendo proprio fare un nome per il risultato finale degli Australian Open, punterei su Stan Wawrinka, Seppi e Murray permettendo.