Oggi, nella sede del comune di Bologna, si ricorda Marcello Bignami, consigliere comunale e regionale, deputato. In una città dove l’odio per gli avversari politici ha raggiunto vette di ignominia, Marcello Bignami ha rappresentato un punto di riferimento per l’area che si riconosceva in un sano patriottismo, nella politica disinteressata e generosa che ha caratterizzato la migliore tradizione del Movimento sociale italiano. In tempi di pecore zoppe e colpevoli irresponsabili che si nascondono dietro la propria ingenuità (perciò da destinare all’oblio), è quanto mai opportuno – per rispetto nei confronti di una storia di militanza, coraggio, orgoglio e onore -ricordare che la comunità missina e della destra italiana ha sempre avuto una spina dorsale di uomini con la schiena dritta. Anche dove l’intolleranza dei rossi era più odiosa. Nessuno ha fatto un passo indietro, piegando con la forza delle idee l’infamia, anche quando aveva la forma di velenosi proiettili. Stringendo il tricolore. Con la schiena dritta. Come Marcello Bignami. ***
La biografia di Marcello Bignami
Marcello Bignami muore a Bologna all’età di 63 anni. Nato a Padova nel 1943, è consigliere comunale del Movimento sociale italiano-Destra nazionale in due mandati dal 1985 al 1995. In quell’anno viene eletto per la prima volta consigliere regionale di Alleanza nazionale nell’Assemblea dell’Emilia-Romagna (circoscrizione di Bologna); confermato nelle successive regionali del 2000 e del 2005. Componente della direzione nazionale del Movimento sociale-Destra nazionale, dopo il congresso di Fiuggi (1995) entra a far parte dell’assemblea e della direzione nazionali del partito.
La commemorazione del vicepresidente del consiglio comunale di Bologna, Paolo Foschini
“Per quel che riguarda Marcello Bignami sicuramente la condivisione è stata quotidiana per tanti anni. Io devo dire che sono molto emozionato perché si possono dire tante cose di una persona che muore così giovane però non era un uomo facile, non possiamo farlo diventare da morto quello che non è stato da vivo; non era un uomo facile però era un uomo appassionato, un uomo generoso, un uomo duro in alcuni momenti ma capace di grande apertura e capace anche di grandi intuizioni, non solo in politica. Un uomo appassionato e disposto a subire anche violenze fisiche per portare avanti le proprie idee, con una grande intransigenza morale nei confronti di quello che nella politica non andava e non funzionava, con la capacità di metterci sempre la faccia, di esserci anche quando magari ragioni personali o ragioni di malattia avrebbero consigliato un riguardo maggiore. Persona con la quale non sono mancati contrasti, questo bisogna che ce lo diciamo. Quando dico che non era una “persona facile” vuol dire che aveva un carattere spigoloso, che però non gli alienava le simpatie o il fatto di potersi confrontare veramente fino in fondo. Ha avuto una vita politica piena come anche una vita piena, ma una vita politica piena perché con tenacia passo dopo passo ha costruito, tra virgolette, una carriera politica che gli fa onore, che ha permesso la nascita e resa grande Alleanza Nazionale in questa città. Tra l’altro penso che la soddisfazione più grande che una persona può avere è quella di trasmettere a qualcuno la passione e credo che sotto questo profilo sia importante che in questo Consiglio ci sia Galeazzo, perché è la prova vivente di come la passione per la politica, per le persone, per questa città continua, con gli errori che si possono fare, con il carattere che si ha, però questo tratto, cioè poter dire “guardate, io sono qui ancora, anche se non ci sono più io sono qui perché sono stato capace di educare i miei figli in un certo modo” secondo me è una consolazione grande”.