Noi tifiamo per Francesco Pianeta, e per un’Italia che lotta e non si arrende mai, accettando anche le battaglie più ardue. Domani il pugile calabrese affronterà a Mannheim in Germania il gigante Wladimir Klitshko, campione del mondo Wba, Wbo e Ibf dei pesi massimi, soprannominato “Martello d’Acciaio”.
Pianeta è un esperto di sfide impossibili, avendo già messo al tappeto un terribile male: nato a Corigliano Calabro, è emigrato a sei anni in Germania insieme al padre macellaio. E’ un gigante di un metro e novanta per cento chili di muscoli. Ha iniziato con la thai boxe, per poi passare alla noble art: si presenta anche con un discreto biglietto da visita, 28 vittorie di cui 15 per ko e un solo pari. Ha battuto due pugili di nome, ma sul viale del tramonto, come Oliver McCall e Francois Botha, ed è stato anche sparring partner proprio dell’ucraino, di cui adesso conoscere pregi e difetti.
La sua è una impresa quasi impossibile. “L’anno scorso ho lavorato con l’ucraino. So che pochi mi danno vincente – ha spiegato Pianeta – ma non mi importa. La parte dello sfavorito mi sta bene: stupirò il mondo e metterò giù Vladimir Klitschko. Dopo quello che mi è successo figurarsi se ho paura di lui». Pianeta si riferisce al tumore vinto, “incontro” senza guantoni ben più impegnativo. A La Stampa ha raccontato così la sua vicenda: “Era il 2010 e in fondo a un periodo di riposo, sono tornato in palestra. Mi allenavo ma sentivo che il mio corpo non rispondeva, che qualcosa non andava: ero fiacco, ero sempre stanco. Vado a farmi dare un’occhiata all’ospedale e quelli non fanno tanti complimenti: lei ha un cancro, mi dicono. Un cancro? Sì, ai testicoli. Mi asportano il sinistro, mi bombardano con una chemioterapia pesante, perdo quasi venti chili, passo da 130 a 112. Mi sento perduto e mi dico: sono diventato un mezzo uomo. Se sono ancora qui e se oggi ho un obiettivo così importante, lo devo a mia moglie, alla famiglia. Tutti stretti attorno a me perché non mollassi. Ho sconfitto il cancro, sono tornato sul ring e ora ho questa opportunità. Voglio sfruttarla per me, per l’Italia». Klitshko non minimizza l’impegno “E’ molto più giovane di me e ha uno spirito combattivo, quello giusto per provar a centrare l’obiettivo. Lo rispetto”.
Nel 2010 Pianeta ha sconfitto, guarendo e tornando un leone, un terribile tumore. Adesso sogna la corona iridata di Carnera e Damiani, di Tyson e Holyfield. Ecco noi tifiamo per Francesco e per una certa idea di Italia e di italiani che lottano e si sacrificano ogni giorno, in palestra nel lavoro su ogni fronte, per costruire successi con le proprie mani.
@waldganger2000