Il congresso di Stoccarda si è concluso. Abbiamo seguito con attenzione i lavori del partito Alternativa per la Germania, formazione che si presenta alla destra della Cdu. Speravamo in un programma ricco, attento a patriottismo, lavoro, identità, socialità ambiente, sviluppo. Del resto i primi passi del movimento lo caratterizzavano come formazione anti-burocrazia e critica verso l’Ue. Abbiamo scoperto che le divisioni tra le varie correnti sono state appianate, invece, con una mozione anti-islamica che ha assorbito l’intero significato dell’assise.
Il programma anti-Islam
Le tesi forti: “L’islam non fa parte della Germania”; “un islam ortodosso è anticostituzionale”. Come corredo il congresso ha approvato tesi per le quali bisogna introdurre il divieto di minareti e burka, e del velo nelle scuole, “simboli che implicano una presenza eccessiva della religione musulmana nella vita pubblica”.
La mancanza di una proposta organica
Se è legittimo interpretare le paure dei tedeschi e degli europei dopo le stragi di Parigi e Bruxelles, e se è anche legittimo misurare per legge come avvenga l’integrazione degli stranieri nellUnione, appare limitativo costruire una formazione politica solo sul tema del rapporto con l’Islam. Questo approccio monotematico è una delle debolezze strutturali dei partiti cosiddetti populisti in Europa, incapaci di produrre un programma politico organico e in grado di governare le mutazioni in corso. Affermare l’identità, spesso senza definirla nei cardini, non basta per offrire una rappresentanza politica all’amplissima area patriottica e sovranista che cresce in tutto il continente.