Non ha giovato, a Berlu ed ai suoi clientes, l’eccitazione con cui hanno accolto la rielezione della Cara Salma alla presidenza della repubblica. Gli elettori del Friuli e della Venezia Giulia non si sono eccitati di fronte alla veglia funebre trasformata in grande festa celebrata dai media. L’alto discorso (Quagliariello dixit, e pure La Russa e tutta la sinistra) della Cara Salma non ha commosso gli elettori, non li ha motivati, non li ha compattati sull’idea di fare nuovi compiti a casa per accontentare la Cara Salma e la signora Merkel. Non si sono appassionati agli exploits televisivi del finanziere David Serra, quello che regala paccate di euro a Renzi. E non hanno certo premiato la Lega Nord, risalita ad un modesto 8% dopo aver toccato il fondo alle politiche di febbraio.
Risultato finale: non perde Serracchiani e non è detto che non abbia perso il Pd. Perché definire “vittoria” un risultato inferiore al 40% con un astensionismo al 50% a cui andrebbero aggiunte schede bianche e nulle (piene di considerazioni non entusiaste), appare eccessivo. Serracchiani governerà, di fatto, con il consenso di meno di un elettore su 5. Un risultato sacrosanto, visto lo squallido spettacolo offerto dai cadaveri plaudenti intorno alla Cara Salma. Cosa c’entrano gli italiani con questa esibizione funebre? Ed i giornali, in profonda crisi, non si interrogano di quanto ormai gli articoli pubblicati siano lontanissimi dalla realtà quotidiana dei sempre più rari lettori? Macché, il potere si raggruma intorno a catafalchi, si autocelebra, si autoesalta, si autoincensa. Nella convinzione – questa volta drammaticamente vera – che tanto quello italiano è un popolo di pecore, di conigli. Franza e Spagna purché se magna. Non ci si muove mai da lì.
Il parlamento dei morti viventi ha scelto una Cara Salma che darà l’incarico di governo ad un membro della setta. Non per una cavalcata macabra: sarebbe troppo vitale. Ma per continuare a strangolare progressivamente i conigli. Spremuti, vessati, sempre meno convinti che i sacrifici servano a qualcosa di diverso dall’arricchire la Merkel, i finanzieri renziani, gli amici americani di Casaleggio, i commessi italiani. Tanto, però, la massima espressione di dissenso è rappresentata dall’astensione ai seggi. E sai quanto si spaventano al Quirinale, a Palazzo Chigi, alla Camera e al Senato.
Un disgusto generale che si trasforma in rabbia e violenza tra la gente ma in timidissimi segnali di dissenso nei confronti del potere malefico. E questa volta anche Grillo ha incassato un significativo ridimensionamento rispetto al voto di febbraio nella stessa Regione. Perché le elezioni amministrative premiano il radicamento sul territorio, la conoscenza personale del candidato, il giudizio sulle capacità e competenze. Non basta un nome espresso dalla rete per convincere chi, su quella rete, non è presente o c’è per altri motivi. E pensano anche le immagini per nulla esaltanti dei grillini a Roma. Tra dormite, confusioni, reazioni maleducate ed isteriche. La rivoluzione non vuol dire non salutare un avversario. Così come la ripresa, il rilancio, il sorpasso annunciato da Berlu non si concilia con i giochini a favore della Cara Salma. Oltre 10 punti persi rispetto alle regionali precedenti: se è questo il rilancio…
E la Lega maroniana? La perdita del Friuli Venezia Giulia crea un ostacolo colossale alla già problematica realizzazione della Macroregione. D’altronde da febbraio ad oggi le clamorose iniziative per questa regione del Nord non si son proprio viste. Manco iniziative di medio spessore, neppure quelle piccoline e locali. Nada de nada. Troppo impegnati ad imbalsamare la Cara Salma, in modo da evitare un voto temuto come l’aglio dai vampiri. Ed allora spazio a Serracchiani. Che avrà solo non perso, però ora governa lei.