Lasciate perdere lo sfavillante red carpet di Zurigo, le paillettes del calcio che conta, tutto smoking e giacche nero-oro. A Lecce c’è qualcuno che ha azzardato una contro-manifestazione un po’ casareccia ma autentica della cerimonia di assegnazione del Pallone d’oro. E così, mentre Messi incassava il quinto riconoscimento e già pensava a dover fare pulizia sulle mensole per trovare spazio all’ennesimo premio, in una pizzeria leccese due ex personaggi dell’italico mondo pallonaro mettevano in scena una goliardica e autoironica premiazione: a consegnare un (finto) Pallone d’Oro a Fabrizio Miccoli, attaccante salentino da poco ritiratosi dal calcio, c’ha pensato un altro centravanti entrato di diritto nell’immaginario dei calciofili italiani (e non solo): Ivan Zamorano, bomber cileno che ha indossato la casacca dell’Inter dal 1996 al 2001.
L’iniziativa è nata quasi per caso, frutto della “follia” provocatrice degli animatori di Ollivud, un “portale semiserio”, come si autodefinisce, che punta a prendere in giro lo star system collegato al calcio e allo spettacolo sulla base al convincimento che “la realtà supera il gossip”. In poche ore il video è diventato virale sui social e ha collezionato migliaia di visualizzazioni, incassando le condivisioni di personaggi come i calciatori della Sampdoria, Eder e De Silvestri, o di giornalisti sportivi del calibro di Pierluigi Pardo e Ivan Zazzaroni. La motivazione del premio è spiegata dagli stessi “ollivudiani”, che hanno voluto premiare Miccoli «campione di questa terra, altro che Messi, CR7 e Neymar, campioni virtuali di un pianeta che nessuno ha mai visitato», per poi concludere con un monito dal sapore vintage: “Viva gli ollivudiani in carne e ossa, le figurine e tutta la vita i Miccoli. Abbasso le playstation, gli smoking della Fifa e il calcio distante che non emoziona nessuno».
Una provocazione, a tutti gli effetti. Soprattutto se si pensa alle recenti traversie che hanno accompagnato il ritiro dal calcio di Miccoli, con il Romario del Salento trascinato nello scandalo tra inchieste giudiziarie e scivoloni imperdonabili. Invece Zamorano, che dilettava gli interisti con quella maglia “uno più otto”, proprio pochi giorni fa è stato beccato, molto più tranquillamente, in un video in cui fa gli auguri alla sua ex squadra in vista della corsa scudetto con tanto di insulti alla rivale Juventus. Due che non sono modelli, in soldoni. Due teste calde, da peggiori bar di Caracas, mica adatti al red carpet. Dimenticatevi il baciamani di CR7 alla signora Messi, insomma. Nessuno è perfetto, sembra suggerire la goliardata del Pallone d’Oro finto, ma se scappa un ghigno alle spalle di moralisti e parrucconi, poco male.