Nel 2015 si son perse le loro tracce, quasi irrimediabilmente. Per celebrare (degnamente?) la chiusura dell’anno, abbiamo selezionato i cinque pallonari che – come fece e rifece il Bonaparte di Manzoni – hanno avuto in sorte il dover passare dagli altari alla polvere.
Il primo desaparecido è, sicuramente, Walter Mazzarri da Livorno. Era da tempo che ormai la sua Inter zoppicava. Ed era da poco che il signor Thohir aveva fatto di sè il padrone dell’Internazionale. Per l’indonesiano, il tecnico livornese non era abbastanza globish, la sua figura (che pure intrigò l’ultimo Moratti) non era evidentemente abbastanza vendibile nei bazar asiatici. Per i tifosi era ormai uno strazio, dagli errori di formazione ai lancinanti dopopartita conditi di scuse sempre nuove, tanto da farne una star del web. A novembre 2014 fu giubilato e, poi, silenzio. A marzo di quest’anno Mazzarri di sè disse, sostanzialmente d’esser il miglior allenatore italiano degli ultimi dieci anni.
Il secondo uomo scomparso dai radar calcistici è il gabonese, Mario Lemina. Il suo arrivo a Vinovo, a settembre, fece prendere un mezzo panteco ai tifosi della Juventus: se è arrivato uno così, stai sicuro che Marotta venderà Paolino Pogba. Invece, la Vecchia Signora non solo non ha venduto Pogba (che pure s’è lasciato andare a lunga latitanza) ma s’è persa Lemina, complice qualche infortunio di troppo e (forse) alcuni problemi di ambientamento al calcio italiano. Gli juventini non sapevano se Lemina sarebbe diventato il nuovo Vidal. Allegri il problema non se lo pone proprio.
Il terzo svanito è il signor Ashley Cole. Terzino che, dicono, sia ancora della Roma. Il campo lo vede col binocolo. L’apporto alla causa giallorossa è sgangherato: mentre la barca affonda lui si fa il giro in Vespa con la fidanzata, manco dividesse il talamo con la mitica Audrey Hepburn. Trigoria è diventato il nuovo triangolo delle Bermuda: in pochi mesi sono spariti la grinta di Rudi Garcia, la potenza di Edin Dzeko e la forza di una squadra da vertice.
A Milanello s’è perso Mario Balotelli. Sono settimane che non gioca perchè pare bloccato dai fastidi di una pubalgia. Sono mesi, poi, che SuperMario (o ciò che ne rimane) non fa manco mattane segnale, questo, del clima tesissimo nello spogliatoio e nella società. Già Mihajlovic – che non ha proprio la fama di essere doce ‘e sale – ha tanti casi a cui pensare, già Galliani e la palombella Barbara se le suonano di santa ragione mentre i tifosi si intossicano ogni domenica, figuriamoci se si può mettere appresso al Crestone. Che, almeno, se ne sta buono.
Non si hanno nemmeno notizie di Mirko Valdifiori. A Napoli l’aveva voluto, con forza, il Vate Sarri. Avrebbe dovuto tenere il tempo al centrocampo azzurro. Invece, finora, l’ex centrocampista empolese ha tenuto il conteggio dei minuti dalla panchina. Proprio Sarri l’ha bocciato e, in sorte, gli è capitato un destino cattivissimo. Quello del sedotto e abbandonato.