Non hanno tutti il volto di Brad Pitt i grandi operatori della finanza internazionale che si sono arricchiti a spese dei comuni cittadini. Irretiti, gli illusi, da mirabolanti promesse su investimenti finanziari che avrebbero permesso di moltiplicare i denari. Meglio dell’albero che produce monete, meglio del Gatto e della Volpe con Pinocchio.
Ma sarà proprio Brad Pitt – insieme a Christian Bale, Ryan Gosling, Steve Carrell – ad interpretare uno dei protagonisti di una storia vera nel film “La grande scommessa” che uscirà in Italia all’inizio del 2016. E’ la storia narrata nel libro The big short da Michael Lewis. La vicenda di alcuni investitori che si accorsero per tempo della bolla finanziaria che stava per esplodere e che, ovviamente, non avvertirono il mondo del pericolo ma, in stile molto yankee, decisero di speculare sulla crisi in arrivo.
La trama
Michale Burry, interpretato da Christian Bale, era a capo di una società di investimento specializzata in hedge fund. Si accorse della bolla ed aiutò alcuni suoi clienti (ovviamente non la casalinga o il negoziante sotto casa, ma i grandi investitori) a guadagnare sulla crisi. Ma, con l’ipocrisia del finto candore americano, a giochi fatti scrisse anche un articolo su un giornale chiedendosi perché la Fed americana non avesse capito che la bolla stava per esplodere se lui, invece, se n’era accorto.
Nella fastidiosa retorica della domanda c’è tutta la filosofia statunitense: chissenefrega se milioni di persone, negli Usa e nel mondo, perderanno il posto di lavoro, si vedranno azzerare i risparmi, dovranno rinunciare ai soldi che avevano investito per garantirsi una vecchiaia tranquilla. L’importante è che lui, il guru della finanza, se ne fosse accorto e ci avesse guadagnato sopra. Lui, il genio della speculazione. Peggio per gli altri se avevano gli occhi foderati di bacon. Ovvio che i protagonisti di questa triste storia americano debbano essere belli, ricchi di fascino. Perché loro rappresentano il bello ed il buono. Perché loro rappresentano il potere americano. Loro hanno Brad Pitt, noi Mario Monti e Corrado Passera. Loro hanno gli attori di Hollywood, noi la Fornero. Ecco perché siamo perdenti in partenza. Con Poletti non possiamo competere, neppure con la Boschi. Ma, tra qualche anno, anche in Italia qualcuno potrà scrivere un articolo chiedendosi perché nessuno si era accorto che le politiche economiche e sociali di Renzi e Poletti avrebbero portato al disastro il Paese e distrutto il futuro dei giovani. Peccato che, in Italia, nessuno lo pubblicherà.