Sandro Piccinini non è solo una voce. E’ una liturgia calcistica, un food televisivo, la colonna sonora di sfide che diventano sempre più roventi – anche quando potrebbero essere sonnolente – fino “all’assalto finale”, al “mucchio”, alla “sciabolata disperata”. Punto fermo del giornalismo sportivo in Tv, Piccinini ha rivelato particolari della sua famiglia, della sua formazione e delle sue passioni in una intervista per TuttoSport, rilasciata al bravo collega Davide Palleggiano, commentando con humor anche gli account satirici che gli sono riservati dalla rete.
Chi è Sandro Piccinini
“Uno che viene da lontano, da un’altra epoca. Ho iniziato nel ’78 nell’emittenza romana. Era un altro mondo, pensavo di diventare un giornalista di carta stampata”. Ha mosso i primi passi a Teleroma 56 e Mediaset. Ama l’arte e le mostre.
La voglia di emulare il papà calciatore e il realismo
E’ figlio di Alberto Piccinini, giocatore di Juve, Milan, Roma e della Nazionale: “Era inevitabile ci provassi. Poi, a 14 anni, ho perso mio padre e lì mi sono un po’ perso. A 16 ho smesso, colpa anche di Cruyff: erano gli anni del calcio totale, bisognava correre tanto e io non ne avevo voglia. Ero un giocatore tecnico, ma al massimo sarei potuto arrivare in Serie C. In quel momento smettere fu una grossa delusione, ma ora ci sorrido, mi è andata bene”.
L’aneddoto sulla concessione della propria voce a un videogames sul calcio
“Ho dato voce per alcuni anni a Football Manager della Codemaster. Ora non so se lo rifarei. Se solo penso a quella esperienza mi vengono i brividi: registrare 50 mila nomi è stata la fatica più grande della mia vita, la ricordo come un incubo”.
I fake di Piccinini sulla rete
“Conosco “Shottini con Piccinini” (@sh8inipiccinini), in passato sono stato imitato da due fuoriclasse come Marcorè e Perrone, che hanno estrapolato in modo carino ed elegante alcuni miei vezzi”.
I tormentoni associati a un calciatore/dirigente
Incredibile? “Felipe Anderson. Solo Lotito poteva scovare uno così».
Eccezionale? “’Ccezionale, vorrai dire (ride, ndr). Lo dico spesso di Tevez in telecronaca. E’ stato l’affare più grande degli ultimi anni. E pensare che è stato pagato quanto Ogbonna”.
Proprio lui? “Totti”
Non va? “Alle milanesi. In particolare a Thohir che continua a sbagliare tutto”.
Ah però? “A Pioli, allenatore emergente. Sta facendo miracoli, nella Lazio c’erano tutti i presupposti per una catastrofe”.
Le sciabolate? “Quattro: tesa, morbida, disperata e classica. Non si toccano”.
Il re delle sciabolate? “Schweinsteiger, ha questo lancio teso, secco. Per quella morbida, invece, non c’è dubbio: Pirlo”.