Un raggio di sole brilla nella notte di Stamford Bridge. In realtà è solo la luce dei riflettori che illuminano lo stadio del Chelsea, ma metaforicamente serve a squarciare per un attimo il cielo gonfio di nubi sopra José Mourinho e a fargli tirare un sospiro di sollievo. Nel mercoledì di coppa i blues battono 2-1 la Dinamo Kiev e rendono un po’ più distante l’esonero di Mou.
Per il portoghese, però, non è ancora passata ‘a nuttata. L’avvio dei campioni d’Inghilterra in carica è stato disastroso: 11 punti in 12 giornate di campionato, al quindicesimo posto in Premier League solo 4 punti sopra la zona retrocessione, e fuori anche dalla Coppa di Lega inglese, sbattuto fuori dallo Stoke City ai rigori negli ottavi. Se poi si aggiunge la sconfitta contro l’Arsenal a Wembley in Community Shield e l’andamento claudicante in Coppa dei Campioni, il quadro sembra essere pure peggiore. L’ultima vittoria risale al 17 ottobre contro l’Aston Villa fanalino di coda, col classico 2-0 tutto british, unica risata prima (e dopo) una gran scorpacciata di schiaffi presi in casa e fuori.
Finita? Manco per sogno! Se Mourinho è chiamato lo special one, ci sarà un motivo no? Quindi al disastro sportivo bisogna aggiungere la disfida con Eva Carneiro, medico del club e fantasia erotica di tanti calciofili sparsi per il mondo. In breve, la Carneiro era stata accusata da Mourinho di aver soccorso inutilmente Hazard nella partita contro lo Swansea, ad agosto, lasciando il Chelsea in 9. Mou le tolse il posto di medico della prima squadra, fino a costringerla (stando ai rumors) a dimettersi dal suo incarico nei blues. Ebbene in settimana la Carneiro ha deciso di denunciarlo, dopo averlo fatto anche con la società di Fulham Road per dimissioni forzate. Senza poi contare i 54 mila euro di multa che la FA gli ha comminato dopo l’acceso post-partita dello scorso 24 ottobre contro il West Ham, dove i campioni in carica sono usciti sconfitti ancora una volta.
Gli ultimi schiaffoni, in ordine temporale, sono arrivati sabato dal Liverpool di Jurgen Klopp, the normal one (come si è definito da solo il tedesco). La partita a biliardino umano sul campo del Chelsea tra blues e reds si è conclusa per 1-3, con la Kop formato trasferta a cantare a Mourinho “you’re not special anymore”, declassandolo di fatto a loser one, e ha finito per mettere seriamente a rischio la presenza del portoghese sulla panchina londinese. Il patron Abramovich ha deciso di concedergli qualche altra chance, non fosse altro perché liberarsi di quel fardello che è il lungo e faraonico contratto di Mourinho sarebbe più deleterio che altro per le casse societarie. I tabloid sportivi inglesi, però, come da costume, hanno cominciato a diramare una lista di possibili sostituti, molti dei quali parlano italiano (strano a dirsi visto il trattamento dei giornali inglesi verso il calcio di casa nostra) : da Capello a Marcello Lippi, fino all’ipotesi suggestiva Ancelotti- Makelelé già rodata a Parigi.
La prima chance, quella in coppa, è stata sfruttata da Mou, nonostante se la sia vista brutta fino a dieci minuti dalla fine. Per la quarta giornata della Coppa dei Campioni (pardon Champions League) a Londra arriva la Dinamo Kiev. Certo, nonostante ora come allora in porta ci sia sempre Shovkovskyj, è una lontanissima parente di quella guidata dalla buonanima di Lobanovsky, con Sheva e Rebrov a sfidare il Bayern per un posto in finale (quella persa negli ultimi due minuti contro lo United a Barcellona, per capirci), ma resta sempre temibile, specie in un girone incerto come il gruppo G. Stamford Bridge decide di stringersi attorno al suo mister accogliendolo a suon di cori e uno striscione inequivocabile : “One of us” col faccione di Mourinho ben impresso. Mou ringrazia sentitamente, ma in campo la partita è veramente fiacca.
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Così decide di salire in cattedra Dragovic. Il difensore ucraino al 33’ mette in mostra un notevole fiuto del gol e in tuffo devia di testa in rete un traversone di Willian, ma la porta è quella sbagliata e quindi il Chelsea si ritrova in vantaggio senza manco aver capito come. Nella ripresa la Dinamo Kiev va a caccia del pareggio, e allo stesso minuto della ripresa Dragovic gonfia di nuovo la rete. La porta stavolta è giusta, 1-1. Tempo qualche minuto e Willian decide di rimettere in panchina Mourinho, almeno fino a sabato, riportando in vantaggio il Chelsea con una gran punizione battuta perfettamente. Il risultato finale sarà poi 2-1, ed i blues salgono al secondo posto dietro al Porto, vincitore senza affanni a Tel Aviv.
Nel fine settimana alla lussuosa banda di Mourinho toccherà far visita a quella ferita recentissima chiamata Stoke City, che la scorsa settimana li ha sbattuti fuori dalla coppa di Lega. Potrebbe essere l’ultima occasione utile per salvare la panchina dal secondo esonero con Abramovich (che poi significò l’approdo a Milano, triplete e l’antologia nerazzurra). La squadra è con lui, almeno stando alle dichiarazioni di capitan Terry, sebbene il sospetto che l’andamento sia dovuto ad un malcontento dopo il caso Carneiro serpeggia già da un po’. Mourinho si difende, come al solito, attaccando con la sua solita presunzione che lo contraddistingue : “Quando si arriva al mio livello è difficile imparare qualcosa dagli altri, bisogna imparare da sé stessi”. Sabato vedremo cosa avrà imparato affrontando lo Stoke City, e se gli è rimasto ancora qualcosa di special.