Quinta giornata d’andata consegnata agli archivi con risultati che rendono apertissimo ogni discorso in classifica. Dalla vetta al fondo, tutto è ancora in discussione come è giusto che sia a un mese dall’inizio del campionato. Giusto, dicevamo ma non scontato dal momento che, da anni, ci hanno abituato a un torneo cannibalizzato già dagli esordi.
TRA LE STELLE
Fiorentina, Paulo Sousa ha azzeccato la mossa vincente capitalizzando al massimo la vena sperimentale di Roberto Mancini. Tre gol in manco mezz’ora stonano l’Inter che si ritrova a giocare in nove, per l’espulsione di Miranda e la sostanziale assenza del suo portiere Handanovic. La Viola è in testa alla classifica e manco un mese fa era contestazione sulle sponde dell’Arno.
Marco Benassi. Un gol sensazionale, inutile girarci attorno. Se lo lasciano fare (e soprattutto se Cairo non cede subito alle lusinghe di qualche big che lo lascerebbe a scaldar panchine) e se continuerà ad ascoltare lo sciamano nazionalproletario Giampiero Ventura, forse a Torino sarà davvero nata una stella. Di quelle che il firmamento torinista attende da tempo e perciò può aspettare un’altra ventina di giorni.
Napoli. In casa sta diventando imbattibile e forse non è che faccia davvero testo una vittoria rimediata contro una squadra senza idee, grazie a uno svarione svergognato come quello di Hernanes. Però è sempre Napoli-Juve e nonostante “la sfida da mezza classifica” rimane una classica.
CONDIZIONI STAZIONARIE
Lazio, I biancocelesti a Verona con l’Hellas rimontano e si scrollano da dosso l’incredibile serie di figuracce rimediate nelle ultime uscite. Tre punti che fanno morale, e che perciò tonificanti. Prima di cantar vittoria, però, sarà necessario verificare la tenuta e le vere potenzialità della squadra.
Sampdoria. Zenga ha ricompattato il gruppo dopo la scoppolona europea e i primi risultati sono arrivati. Adesso, però, lo stop brusco a Bergamo. A primo acchitto non sembra la squadra dell’anno scorso. Forse è perchè non c’è Mihajlovic e qualche altro pezzo grosso. O forse perchè i doriani aspettano di addentrarsi nell’inverno per mostrare la loro forza.
Frosinone. Arriva la prima vittoria in A, ai danni dell’Empoli di Giampaolo. Due a zero, firma Dionisi un bomber che viene dalla B. Forse i ciociari non sono destinati a recitare il ruolo dell’agnello sacrificale e, chissà, Stellone sarà in grado di fare un altro miracolo.
MALE MALE MALE
Juventus. Il ciclo è finito. Nessuno, però, si aspettava tonfo così rumoroso. Pogba sta cominciando a diventar vittima di se stesso, la squadra sembra senza idee, senza stimoli, senza grinta addirittura. Che ne è stato della squadra dei cannibali?
Milano panchinara. Mihajlovic e Mancini, uniti dall’amicizia e da una giornata storta. Il primo, però, paga una rosa (milanista) che non strabocca talento. Il secondo ce l’ha messa tutta – schierando una difesa a tre e cambiando posto a Perisic, tra le altre cose – per far male. Domenica bestiale.
Carpi. Biancorossi emiliani, piccola realtà, qualche campione e un destino che sembra scritto nei film degli anni ’80, quelli della Marchigiana di Margheritoni e della Longobarda di Oronzo Canà. A Carpi, però, non ci stanno e già è saltata la panchina di Castori. Sic transit gloria mundi.