Il pareggio della Roma contro il Barcellona nella prima giornata della Champions League rimarrà nella storia per la nuova magia che ha regalato al pubblico pallonaro il signor Alessandro Florenzi, uno che con il pallone – quando è in vena – fa quello che vuole. Un volo di palomba che è finito giusto nel sacco, pernacchia sublime alla boria dei catalani e alla supponenza del grande ex, Luis Enrique. Una prodezza che richiama alla mente altri momenti balistici di tutto rispetto nella storia del calcio italiano.
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Alvaro Recoba, contro l’Empoli, si presenta con un gol da centrocampo ai tifosi dell’Inter. Una rete da cineteca, che ancora oggi è tra i gioielli più preziosi del cofanetto conservato nel cuore triste di Massimo Moratti. Un campione come pochi, un lusso come nessuno. L’anno è il 1997-98 e la prodezza dell’uruguagio salverà i nerazzurri dalla clamorosa sconfitta al Castellani di Empoli.
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Diego Armando Maradona è personaggio che o si ama o si odia. Ma sul rettangolo verde, inequivocabilmente, è stata l’incarnazione perfetta della divina tetraktus venerata da Pitagora, il “10” fatto uomo, il diez che ammicca fino a diventare D10s. Tra le infinite epifanie del genio argentino, una perla che risale al 20 ottobre 1985: il Napoli batte il Verona 5 a 0, il terzo gol è questo.
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L’artigiano non può essere un artista. Tuttavia non è detto che a un artigiano non possa venire la sfregola di un colpo di genio da far invidia a un qualunque Van Gogh. Mauro Bressan, maglia viola della Fiorentina, si inventa una rovesciata dalla trequarti che manda il pallone incurvato nel sacco barcelloneta. Una storia così è da raccontare. E la potete (ri)leggere qui.
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Ci sono lampi di genio che vengono di getto, magari mentre te ne stai per i fatti tuoi e il compagno ti passa la palla nel derby di Sicilia, finalmente in serie A. Beppe Mascara, centravanti mobilissimo con una lunghissima gavetta alle spalle, tira di prima, in rete, un passaggio nel cerchio centrale del campo. A Palermo, Catania batte i rosanero 4 a 0.
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