Nemmeno da dimissionario è credibile, il signor Sepp Blatter. Così fan tutti, in fondo. Un assegno postdatato, in fondo. Proprio come fan tutti. Oggi si dimette e a dicembre se ne va. Il castello del Vegliardo della Montagna Fifa si sgretola sotto le accuse della polizia planetaria made in Usa. E mentre le mani si spellavano d’applausi, all’ultimissimo congresso interplanetario del pallone che aveva rieletto Verre Blatter governatore del calcio per la quinta volta, l’Fbi ha detto l’ovvio: “Bimbi, vedete che una tangente milionaria a tutti i vice di una persona non può passare completamente inosservata a quello stesso personaggio”.
E mentre c’era già chi dipingeva complotti, ecco che (ri)esplode lo scandalo. Il Sudafrica pagò dieci milioni di dollari per farci cantare Waka Waka e assordarci con quegli ordigni infernali chiamati vuvuzelas. Dio le stramaledica, le vuvuzelas. E salvi la bella Shakira, finita oggi a pubblicizzare dentifrici e coadiuvanti alla digestione.
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Intanto il bolso Platini, ex amico divorato dal tarlo dell’ambizione, si sfrega le mani mentre il fratello del re di Giordania, sconfitto all’elezione, è stato accolto in patria come un eroe nazionale sconfitto sì, ma mai domo.