Il finale è arrivato, ed è stato durissimo. Non è quello che ci aspettavamo, cioè un verdetto giunto al triplice fischio dell’arbitro su un rettangolo verde dopo tanto agonismo in campo, ma di fronte a quanto accaduto giovedì scorso difficilmente sarebbe potuta andare diversamente : squalifiche, multe salate, vittoria a tavolino. Un finale scritto negli uffici della Conmebol, troppo brutto e triste per essere quello di un Boca-River, una partita che al solo nominarla fa tremare i polsi e fa sognare un calcio lontano e romantico.
Il verdetto. Il River Plate, come era facilmente intuibile, dopo aver subito l’attacco con spray urticante al peperoncino da parte di alcuni tifosi Xeneixes nel tunnel della Bombonera, accederà di diritto ai quarti di finale della Libertadores. L’andata ci sarà già questo giovedì, e la Banda biancorossa si troverà davanti l’ostico Cruzeiro, contro cui cercherà di bissare il Mineirazo anche a livello di club (dopo l’umiliante 1-7 inflitto dalla Germania al Brasile, proprio a Belo Horizonte, città del Cruzeiro) nella lunga e intensa lotta per alzare la più importante coppa del Sudamerica, che in casa Millonaria manca dal 1996, un’infinità per una delle più gloriose squadre del mondo.
Per il Boca, invece, ci si aspettava una sanzione esemplare, ed esemplare è stata: il Tribunale disciplinare della Conmebol, la Uefa del Sud America, ha comminato 4 giornate a porte chiuse a ‘La Bombonera’ nelle competizioni continentali, il divieto di vendita dei biglietti per le prossime 4 partite fuori dall’Argentina (quindi le prossime trasferte senza tifosi al seguito) e una salatissima multa di 200.000 dollari al club azul y oro. Oltre all’ovvia esclusione dalla Coppa a vantaggio del River.
Reazioni e indagini. Sanzioni pesantissime contro cui Daniel Angelici, il presidente del Boca, ha annunciato di voler presentare comunque appello. Angelici, che aveva chiesto immediatamente scusa anche al suo collega del River Plate, D’Onofrio, ammettendo inoltre che l’immagine del club gialloblu è stata danneggiata “irreparabilmente” e a livello mondiale dopo l’aggressione urticante, ha anche dichiarato che i responsabili sono stati riconosciuti, e ora si aspetta condanne esemplari. Angelici a margine del SuperClasico sospeso si era affettato a sostenere che gli autori del gesto, “dieci disadattati”, non avevano però niente a che fare con la Doce, la principale barra brava della tifoseria boquense.
Da alcuni filmati diffusi dall’emittente Fox Sport Argentina, in cui si vedono i teppisti lanciare l’ordigno urticante nel tunnel dopo aver fatto un buco nella recinzione a bordo campo, sono state identificate 11 persone. I due coinvolti nel lancio materiale sono due tifosi noti della tifoseria, Adrian Napolitano “El Panadero” (il panettiere) e Federico Blanco.
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Si archivia così, nel peggiore dei modi, un breve ciclo di SuperClasicos intensi e folli, che nel giro di 11 giorni hanno portato le due più grandi compagini di Buenos Aires e d’Argentina ad affrontarsi per il campionato e la Libertadores. Ci sarebbe piaciuto raccontarvi delle gesta in campo, a metà tra calcio e lotta libera come da tradizione argentina, o di quanto l’atmosfera della Bombonera rispondesse a tono a quella del Monumental e rappresentasse davvero il dodicesimo uomo in campo, quello decisivo. O della bellezza di guardare correre spalla contro spalla, tra un colpo proibito e un altro, una divisa blu scuro con una striscia orizzontale gialla sulla maglia lottare contro una camiseta bianca con una diagonale rossa e pantaloncini neri lottare spalla contro spalla per accaparrarsi il pallone, perché quello è il SuperClasico. Vorrà dire che sarà per il prossimo anno, Boca-River del resto è una sfida eterna.