Solo, solissimo. Roberto Saviano, dall’alto del pulpito dell’impegno civile, scatena tuoni sulle liste di centrosinistra. Parla a nuora De Luca affinché suocera Renzi intenda. Son lontani i tempi in cui il buon Pigi Bersani gli chiedeva lumi, coinvolgendolo nelle consultazioni per un governo che non formerà mai. Saviano è solo e, in Campania, non lo ascolta nessuno.
Lo sceriffo di Gomorra?
Il tema centrale è uno, si chiama Vincenzo De Luca. Il sindaco di Salerno, uomo di spirito e visione politica, ha capito che (ipse dixit) “è meglio vincere alleandosi con la destra non ideologica che perdere tra gli applausi”. I voti vanno rincorsi, cercati, coccolati con il guanto di ferro dello sceriffo e fidelizzati. I tempi di Antonio Bassolino e del suo sbandierato e tramontato Rinascimento Napoletano sono ormai storia lontana. La sinistra non vince senza quella destra che, mai come stavolta (vedi caso Aveta), brucia dalla voglia matta di salire sul carro del Pd decomunistizzato di Matteo Renzi.
A Saviano, tanto influente a New York quanto inascoltato a casa sua, tutto questo non va giù. Aveva già chiesto ai simpatizzanti/iscritti/soldati Pd di boicottare le folli primarie in cui il favoritissimo Andrea Cozzolino venne asfaltato proprio da De Luca. Ma la Campania è terra di santi e madonnari ma non è terra di Savonarola. A Saviano in pochissimi prestarono ascolto. Però c’ha preso gusto a fare il guastatore e, nei giorni scorsi, ha lanciato l’allarme: nelle liste di De Luca ci sarebbero gli uomini di Gomorra.
Pd a vocazione maggioritaria, ma anche no
Scuotere il vespaio democrat porta frutti. E così la discussione s’è immediatamente spostata dalla Campania a tutto il Pd. È intervenuto, tra gli altri, anche Miguel Gotor che all’Adn Kronos ha espresso i suoi timori: “Basta guardare a quello che sta avvenendo in Campania in vista delle Regionali. Se il Partito della Nazione è un partito pigliatutto, allora ti prendi anche i voti della camorra. Per questo voglio fare un appello a Renzi affinchè dica no agli impresentabili. Se il Partito della nazione pigliatutto, dobbiamo ricordarci che nel corpaccione italiano c’è di tutto, mentre noi dobbiamo saper dire no e mettere un freno politico e civile”. Saviano, che di certo non ha alcun interesse serio nell’invischiarsi nelle beghe campane, ha comunque raggiunto un obiettivo importante: dare un colpetto ai caporali innamorati (e da lui teneramente ricambiati) di Matteo Renzi. Roberto Saviano, però, non ha capito ancora come ragiona Renzi. Per il fiorentino, lo scrittore napoletano è una bomboniera da tener bene in vista, per far scenografia sul centrino ricamato di quel comò spoglio che sta diventando l’obeso centrismo de-sinistrato che dovrà essere il Pd. Per Renzi, in definitiva, Saviano è un Fabio Volo qualsiasi. Solo che (oggi) vende qualche libro in meno e parla molto di più.
“Impresentabili a candidati alterni”
Il diretto interessato, ovvero De Luca, si difende con quello stile ruvido e pragmatico che seduce gli ultimi scampoli di destra. Eppure una qualche mezza ammissione c’è. Il proclama dello sceriffo di Salerno è apparso sulla sua pagina Fb: “ De Luca va fermato. A qualunque costo. Non importa la sua storia di buon amministratore, la sua forza carismatica, la vittoria alle primarie. De Luca va fermato per tre motivi: la legge Severino, dimenticando che la sospensione durerà un attimo, che la legge in quella parte verrà cambiata e che de Magistris in un caso analogo governa serenamente. De Mita, nonostante alla guida ci sia Vincenzo De Luca senza accordi di potere o logiche di spartizione con nessuno, e dimenticando che De Mita è segretario regionale dell’UDC, che Guerini ha cercato per mesi l’accordo con il Centro e che Renzi a Roma governa con l’UDC. I nomi degli “impresentabili”, ovvero 4-5 persone in liste collegate (quindi non fatte dal PD) su centinaia di candidati, che quando stavano con Caldoro nessuno ne parlava mentre ora che stanno con De Luca diventano dei mostri. Era meglio non presentarli? Forse si, per una questione di opportunità politica. Tuttavia, nelle liste che appoggiano De Luca non c’è Gomorra, ma uomini e donne che lottano da sempre contro la camorra: politici perbene, generali, questori, professori, imprenditori e tutta gente normale che cerca una Campania migliore e diversa con De Luca”.