Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni, sta diventando politicamente scorretto. Mentre i radical chi ignoranti continuano a giustificare l’invasione dei clandestini in arrivo dall’Africa con l’impossibilità di sopravvivere decorosamente nel Continente Nero, mentre Mario Deaglio (il marito del mai rimpianto ministro Fornero) spiega che l’Africa e’ condannata alla povertà per i prossimi secoli, Descalzi annuncia nuovi progetti per mega investimenti proprio in Africa. Con ricadute immediatamente positive per il gruppo italiano, a partire dagli effetti delle esplorazioni in Mozambico. Un sottosuolo, anche marino, ricchissimo di opportunità energetiche, ma Descalzi pensa anche ad investimenti in infrastrutture. Perché un’Africa non solo da saccheggiare rappresenta una grande opportunisti per l’Eni e per le aziende italiane di numerosi settori. D’altronde l’amministratore di ENI pensa anche ad accordi con i cinesi, sempre più protagonisti nel Continente Nero, a dimostrazione che esistono molte alternative alla fuga sui barconi con la speranza di essere mantenuti dalle casse pubbliche di altri Paesi.
Ma nel futuro di ENI c’è anche, inevitabilmente, la Russia. Descalzi auspica la fine di sanzioni che finiscono per penalizzare soprattutto le aziende italiane. Meglio una situazione pacificata, con Mosca e Teheran come partner ritrovati per grandi accordi commerciali ed industriali. Ed in una situazione meno drammatica diventa possibile affrontare anche l’emergenza libica.
L’Eni viene ormai accusata pubblicamente di fare accordi con i movimenti islamici che controllano Tripoli e che combattono sia contro l’Isis sia contro il governo fantoccio di Tobruk. Ma ad accusare gli italiani sono le compagnie petrolifere concorrenti, quelle che non sono state in grado di confrontarsi con la complessa politica libica basata su tribù e non su una fittizia democrazia imposta dall’Occicente. Descalzi, al contrario, ha saputo muoversi e districarsi, ottenendo l’appoggio delle tribù tripoline anche contro le bande vicine ai fondamentalisti. Ed assicurando, in questo modo, gli approvvigionamenti energetici all’Italia.