![](https://www.barbadillo.it/wp-content/uploads/2024/02/Schermata-2024-02-21-alle-16.40.42-350x197.png)
“Why right-wing Italians love hobbits, pirates, and talking seagulls- Their obsession with fantasy literature has a long and curious history”. Titola così l’articolo di John Hooper, corrispondente dall’Italia e dal Vaticano di The Economist. 15, febbraio 2024.
Fatte salve le opinioni personali difformi dalle nostre, inesattezze, approssimazioni e una diffusa ironia permeano lo scritto del giornalista inglese (non è una novità per chi scrive dell’Italia), i seguenti appunti in forma di articolo si rivolgono anche a mister John Hooper, invitandolo ad approfondire meglio gli argomenti.
Talvolta il mito del giornalismo anglo sassone conosce clamorose battute d’arresto, suscitando alcune perplessità, e questo non tanto per quanto riguarda i contenuti dei testi, che siamo certi basati su prove provate, ma certamente su considerazioni inesatte, frettolose e a priori che pretendono di essere spacciate per oro colato. È il caso di un corposo servizio dedicato a una mostra romana dedicata a Tolkien al quale John Hooper, dedica ampia e circostanziata attenzione. Argomento succulento perché consente al giornalista britannico di scorrazzare tra avvenimenti e personaggi arcinoti della recente storia nostrana, interpretando e “ficcanasando” superficialmente, -non trovo altro termine appropriato- per spiegare ad esempio come e perché il nostro primo ministro ami Tolkien e ne abbia fatto una bandiera culturale del suo passato e del suo partito. Quelli che come chi scrive – forse controcorrente – non amano Tolkien, essendosi bloccati alla lettura del Silmarillion, rifiutandosi poi di leggere oltre, farebbero meglio a tacere perché la cosa, dopo tutto, non li riguarda.
Eppure infastidisce l’articolo per alcune abborracciate approssimazioni e per il tono cattedratico, comune, a dire il vero, a molti pezzi di giornalisti inglesi dedicati all’Italia. Al riguardo ricordiamo Britaly, avvilente articolo apparso su The Economist che ci prendeva a riferimento, in senso spregiativo, a cui aveva risposto il nostro ambasciatore. Come se chi scrive di casa nostra lo facesse da un pulpito privilegiato e consacrato a sproloquiare su verità ontologiche e storiche italiote.
Non entro nel merito e nella competenza di mister Hooper che cita fonti, nomi ed eventi a josa. Si sa che gli Inglesi danno l’impressione di sapere ogni cosa di casa nostra e del mondo. Ma forse è solo un’impressione. Anche se fatti e misfatti hanno l’aria di essere attendibili. E allora cos’è, alla fine, che non va? Cosa urta la sensibilità? Questo, anche: apprendiamo che uno dei miti autentici italiani, alias Gabriele D’Annunzio (riporto testualmente dall’intervista) era “un idolo dell’era fascista, poeta e avventuriero militare,” Sich! Quante inesattezze e panzane in una sola riga, vero? o sarà colpa della traduzione non proprio calzante? Ma mister Hooper ha mai letto Alcyone o gli appelli agli eroi contenuti nel Libro ascetico della Giovine Italia? Sa chi è stato D’Annunzio? Eroe incontestabile della Prima Guerra Mondiale e invidiatoci da mezza Europa? Ha mai volato lui o qualche suo connazionale fino a Vienna su un biplano trabiccolo? è, a conoscenza che “l’avventuriero” avesse “stregato” anche Hemingway?
Pensi che basti? Niente affatto. Si può amare o detestare Julius Evola per il suo conclamato e mai rinnegato amore per lo stato fascista, sulle frequentazioni e collaborazioni culturali coi nazisti, ma senti cosa scrive il giornalista inglese, che probabilmente non ha mai letto una sola riga delle tesi rivoluzionarie di Evola. Riporto ancora dall’articolo: “Ci sono gli scritti di Julius Evola, uno degli intellettuali più stravaganti del XX secolo. Molti gruppi giovanili di Fratelli d’Italia leggono oggi Evola e lo considerano un “eroe della tradizione del partito”, afferma David Broder, autore di una storia del neo e post-fascismo italiano. Simpatizzante del nazismo che detestava il cristianesimo ed era accusato di essere un satanista, Evola scrisse su una vertiginosa gamma di argomenti che includevano l’alchimia, lo yoga tantrico, il buddismo, l’induismo e la leggenda del Santo Graal. Si dilettava con la magia, sperimentava farmaci allucinatori, scriveva senza disapprovare la “violazione rituale delle vergini”. Credeva che l’umanità vivesse nell’era indù del Kali Yuga, un’era di vizi e conflitti”. E poi su Nietzsche: “Mussolini, come Hitler, ammirava Friedrich Nietzsche, il filosofo tedesco ateo, le cui opere ancora oggi occupano un posto di rilievo nelle librerie di destra.”
Ci faccia capire Hooper, perché in tutte le librerie di sinistra le opere di Nietzsche sono bandite?
Raccomando al giornalista inglese di documentarsi – a fondo – prima di scrivere consigliando una lettura attenta di Cavalcare la Tigre e di Rivolta contro il mondo moderno, non occorre essere né’ fascisti e nemmeno di destra per constatare la sua importanza, certamente “non stravagante”. Evola, come D’Annunzio, giganti nostrani, fanno parte di un universo che non si può descrivere per “sentito dire”, se lo si fa il rischio di scrivere in modo approssimativo, e tendenzioso c’è davvero.