L’Ump ha battuto un colpo. Alle elezioni dipartimentali francesi, il redivivo Nicolas Sarkozy strappa un buon risultato, insperato alla vigilia per i traballanti gollisti, in crisi nerissima di consensi. E dato che la destra non deve sapere ciò che fa la sinistra ma può copiarne i vezzi più assurdi, subito in Italia si sono innalzati alla vittoria moderata tanti peana per l’ex inquilino dell’Eliseo. Agli “smemorati” si è rivolta Giorgia Meloni a cui, sui social, ha posto cinque domande.
RISATE CON MONTI. L’ex ministro alla Gioventù scrive: “Ho cinque domande da porre a coloro che oggi esultano per la vittoria di Sarkozy e parlano di modello da emulare. Prima domanda: hanno forse dimenticato quando in mondovisione il signor Sarkozy derideva insieme ad Angela Merkel il Presidente del Consiglio italiano?”. E subito attacca con la seconda: “ Hanno forse dimenticato che il signor Sarkozy è stato uno degli artefici del commissariamento dell’Italia nel 2011 e della rimozione dell’ultimo governo eletto democraticamente dal popolo italiano?”. I riferimenti politici che fa la Meloni sono chiarissimi: fine ottobre 2011, conferenza stampa post Consiglio Europeo: i giornalisti chiedono novità sulla situazione dell’Italia, Merkel e Sarko si guardano e ridacchiano. Poi sfottono: “Berlusconi è il nostro riferimento e abbiamo fiducia in lui”. Non passano manco venti giorni (16 novembre) e Mario Monti avvierà il suo regno di sobrietà, loden, lacrime e sangue.
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BOMBARDATE GHEDDAFI. La Meloni prosegue l’interrogatorio agli entusiasti italiani Ump premendo, di nuovo, sul tema sovranità. Stavolta in campo extra Ue, sullo scenario– delicatissimo – del mondo arabo, tra Nordafrica e Medio Oriente. “ Hanno forse dimenticato – afferma la fondatrice di Fdi – che il signor Sarkozy è il responsabile della scellerata guerra a Gheddafi che di fatto ha consegnato la Libia nelle mani dell’Isis, perché non sopportava l’idea che l’Italia avesse stretto accordi che la rendevano indipendente dal punto di vista energetico?”. Pochi giorni fa Mario Borghezio, parafrasando quanto disse Roosevelt del ras del Nicaragua Anastasio Somoza Garcìa, ebbe a dire: “Gheddafi era un figlio di puttana, ma era il nostro figlio di puttana”. Oggi è concetto condiviso da strati vastissimi e trasversali della politica nazionale. Quer pasticciaccio brutto di Tripoli ha inguaiato solo l’Italia.
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CARLA SUPERCHIC. L’ultimo assalto la Meloni lo riserva alla tutela politica e protezione intellettuale offerta dall’ex presidente francese (su suggerimento della consorte Carlà Brunì) al latitante Cesare Battisti. “Hanno forse dimenticato che il signor Sarkozy ha più volte difeso insieme alla signora Carla Bruni un criminale come Cesare Battisti, invitando solo qualche giorno fa l’Italia a voltare pagina?”. Il caso di Battisti ha stufato tutti, forse soprattutto a sinistra. Il marchese Fulvio Abbate, per esempio. Ma anche tanti altri intellettuali. La domanda finale è consequenziale ma di risposta non troppo facile. “ Ecco, alla luce di tutto questo, che cosa c’è da festeggiare?”.