“Benvenuti alla cinica lotteria dei calci di rigore” per dirla con Elio e le Storie Tese. Al Vicente Calderon di Madrid è stata cinica per il Bayer Leverkusen, che all’andata aveva battuto i vicecampioni d’Europa, acuendo il momento di crisi di gioco e risultati dei colchoneros.
Una partita francamente brutta, spigolosa, molto tattica e nervosa. I padroni di casa, scarichi e in debito d’ossigeno, apparentemente lontani parenti della squadra che aveva sfiorato l’impresa in finale di Champions lo scorso anno, trovano il gol del vantaggio (e del pareggio nel computo complessivo) al 27′ minuto grazie a un gran tiro di Suarez, deviato quel tanto che basta da Toprak per mettere fuori tempo il portiere tedesco. Pochi spunti durante i restanti minuti, che hanno mostrato come la squadra di Simeone in questo momento non sia una squadra proprio in forma (anche se, nonostante ciò, corra molto più delle squadre di casa nostra). Alla fine la tattica porta a decidere la gara tra l’Atletico e le “aspirine” ai calci di rigore. Un solo errore per i campioni di Spagna, quello di Koke, tre invece per il Bayer (decisivo il rigore sbagliato da Kiessling) fanno esplodere lo stadio madrileno per l’approdo ai quarti dei beniamini vestiti di biancorosso a strisce. [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=qzRG95gK0F0[/youtube]
Niente da fare,invece, per l’Arsenal. Non sono bastati i due gol e il cuore per rimontare i tre gol subiti dal Monaco all’Emirates Stadium, all’andata. Chi va ai quarti è un Monaco troppo brutto per essere vero. Un solo tiro in porta nei primi minuti, poi una gara a cercare di difendersi alla meno peggio dai Gunners, alla ricerca di una rimonta disperata.
E dire che il Monaco, nelle competizioni europee, non perdeva in casa da qualcosa come 10 anni, e in questa edizione della Champions le reti del Louis II non erano nemmeno state violate. Ieri sera, invece, l’Arsenal ne ha fatti ben due, e ha espugnato il campo del Principato. Ma non è stato sufficiente per ribaltare la situazione. Complici pali e traverse, complice uno spendido Subasic, il portiere monegasco che ha negato il gol del tre a zero ai biancorossi di Londra Nord.
Anzi, a dirla tutta, è stato il Monaco a partire meglio. Ordinato e preciso, anche pericoloso con un bel tiro a giro di Moutinho, contro un Arsenal confusionario e in affanno, apparentemente rassegnato ad essere eliminato. Dal quarto d’ora in poi, però, i Gunners si accendono. Gioco veloce e spumeggiante, e il Monaco è alle corde. Prima una traversa, poi il vantaggio al 36′ a firma Giroud, che raccoglie un tiro sventato dal comunque ottimo Subasic e gonfia la rete. Rete che rischia di gonfiarsi un paio di minuti dopo, con Abdennour che si ritrova addosso un tiro di Welbeck ma non riesce a indirizzarlo in porta.
Nel secondo tempo è sempre assalto Arsenal. Ozil spedisce fuori di pochissimo il pallone del raddoppio. Qualche minuto dopo Walcott colpisce in pieno un palo, su cui sembra infrangersi il sogno di rimonta dei “Cannonieri” inglesi, ma un rinvio sciagurato di Kurzawa regala il gol del raddoppio a Ramsey (chissà oggi quanti maligni, in giro per il mondo, avranno pensato che il suo gol fosse un presagio dell’attentato di Tunisi..). Gli ultimi minuti sono un assalto a Fort Apache. Nessuno schema, solo caos e disperazione: a 7 minuti dalla fine colpisce Sanchez, ma Subasic, letteralmente sulla linea di porta, vola e toglie dalla rete il gol della qualificazione Arsenal.
Finisce così. Come, spesso, accade a Wenger. Due anni fa fu il titolato Bayern a subire la rimonta incompleta dei Gunners, disastrosi in casa e disperatamente eroici all’Allianz. Tre anni fa al Milan (Sembra passato un secolo). L’Arsenal torna a casa, sempre a un passo dall’impresa.