Fognini vince e alza le braccia al cielo. Quello di Rio de Janeiro. Il Brasile sorride al tennis italiano, dunque. Dopo Vanni, finalista a San Paolo la scorsa settimana, ecco Fognini in finale a Rio contro quel brutto cliente di Ferrer che sarà ancora più caricato ora che sa che non c’é Nadal contro cui ha perso sempre.
Nadal, infatti. Fognini batte Nadal e però non fa notizia. Perché non é certo merito dei sacrifici battere un Nadal in quelle condizioni. Menomato, così il telecronista di Supertennis ha definito Nadal, zoppicante per un problema all’inguine. Semmai fa specie constatare quanto sia elevato il gap tra i campioni – 3 – e tutto il resto del serpentone del ranking.
Nadal, con una gamba sola, quasi riusciva a finire in finale. Con la forza del campione che trova le prime e la precisione dei colpi da fondo per azzerare lo scambio. Ho rivisto bene quei punti finali. Con Nadal, a testa bassa, al servizio sul 5 a 6 come un toro nell’arena. Con Fognini a fare la parte del torero. Fosse stata veramente la Corrida, altro che orecchie e coda, Fognini si sarebbe preso le corna.
@barbadilloit