Zeman il Grigio è tornato, al Meazza la compagnia di padron Ibarbo schianta le armate nerazzurre di Saruman Mazzarri. Davanti all’occhio – meno vigile ma più scioccato – di Erick Thohir, il cui sogno di trasformarsi nel Sauron che domina e conquista (spendendo quattro spiccioli) il campionato italiano, al cospetto degli Hobbit del Cagliari è diventato un incubo.
Quattro a uno, non è bastata una furbata del sanguinario Osvaldo per fermare la furia dei rossoblù trascinati dalla tripletta dello svedese ritrovato Albin Ekdal e dallo straripante attaccante colombiano che, finalmente, sembra aver trovato il suo posto nell’alchimechica dimensione calcistica dello Stregone Boemo.
A Milano, Zeman sconfigge e umilia a domicilio l’uomo che più di ogni altro rappresenta la sua nemesi. E non solo calcistica. Walter Mazzarri, catenacciaro fino al midollo, l’allenatore che più di ogni altro è disposto a capitalizzare – se del caso – anche un misero zero a zero, è stato travolto dal Cagliari che in molti davano già per bollito, finito, perduto irrimediabilmente tra i crepacci di Moria. Stregato dalle quattro pappine beccate, per una volta persino Mazzarri ha trovato la forza di assumere su di sé le colpe di una disfatta che manco gli Uruk-Hai fuori dalle mura del Fosso di Helm.
Al Meazza, Zeman è tornato condottiero, stregone, icona di un calcio che non è certo incastonabile nei complicati algoritmi che vorrebbero trasformare il football in un rapporto di forze domabile attraverso complicati computi matematici. Zeman, grigio come il fumo che – nonostante i divieti salutisti – continua a circondarlo. Con il compito di guidare una pattuglia di hobbit, piccolini, quasi indolenti, sottovalutati di sicuro, a lasciare il segno nella storia del calcio. O, quantomeno, in questo campionato. Non dategli lo squadrone, non fa per lui. Dategli Frodo Ibarbo e Samvise Ekdal e, chissà, arriveranno belle soddisfazioni.