Kaiser Klose fuga i soliti sospetti. Entra, tocca il primo pallone, pareggia una gara in cui la Germania sembrava essere travolta dall’esuberanza atletica e dalla grinta della sorpresa Ghana e soprattutto dà una lezione a Prandelli. O meglio, è il ct teutonico Löw a ricordare al collega azzurro una grande verità del calcio e della vita: per vincere servono talento e coraggio.
Se il Costa Rica ha risvegliato i fantasmi di un’Italietta debole con i deboli, gli africani sono riusciti a fare di più, incrinando le certezze della squadra che, dopo le quattro palle rifilate al Portogallo, era considerata – padroni di casa brasiliani esclusi – la favorita dei Mondiali carioca. La Germania non è mai riuscita a mettere realmente sotto le “stelle nere” in una delle partite finora più belle e aperte della competizione. Ma i tedeschi hanno ripreso – da grande squadra – una gara che a inizio secondo tempo sembrava perduta. Finisce 2-2, e un grande Ghana riesce comunque a confermare in pieno che questo è il Mondiale in cui il livellamento delle squadre ha raggiunto livelli impensabili alla vigilia. I tedeschi, però, dimostrano per l’ennesima volta che sono nati combattenti. Non mollano mai è non si accontentano mai.
Merito (anche) di Kaiser Klose. Un nonnetto che ha compiuto 36 anni dieci giorni fa, arrivato a 70 gol in nazionale in 133 presenze, che ha eguagliato Ronaldo a quota quindici gol nei Mondiali come miglior marcatore di sempre nella storia della competizione calcistica più importante del mondo. E scusate se è poco. Un vecchietto che nei venti minuti finali ha lottato come un esordiente. Il motivo? Semplice: è un campione, di quelli capaci di cambiare l’equilibrio di una partita facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto. Quando il gioco, per la Germania sotto 2-1, si è fatto duro, Löw ha puntato su di lui. E Klose l’ha ripagato buttandola dentro dopo pochi secondi
Con tutto il rispetto, un altro mondo rispetto a Insigne, Cerci e Immobile, le alternative in panca di don Abbondio Prandelli. I (soliti) sospetti che salgono, pensando a Totti o Giuseppe Rossi seduti in poltrona, forse non aiutano. Inutile crogiolarsi nei rimpianti, anche perché, come diceva Manzoni, il coraggio uno non se lo può dare. I tedeschi, invece, ci sono sempre. Non hanno giocato una gran partita e se avesse vinto il Ghana non avrebbe rubato nulla. Ma così non è stato, e i tedeschi hanno agguantato con le unghie un pareggio utile alla classifica e al morale. Il coraggio, a loro, non è mai mancato e quest’anno hanno pure il talento. E i campioni. Difficile vincere senza.
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