L’abbiamo difeso, Walter Mazzarri. Dalle folate xenofile che stregano il mondo del pallone, dalle indiscrezioni che volevano il buon Thohir, neo patron dell’Inter, puntare deciso verso un allenatore di celluloide per dare maggior mercato al ‘prodotto’ nerazzurro. Ma il campo sa essere un giudice impietoso. Il giocattolo si è rotto, a Milano. E quello che conoscevamo come il grintoso Walter diventa l’icona del web, un simboletto dell’Italietta che sa solo cercare scuse.
IL ‘GOMPLODDO’ E I FREGNONI – Alle scuse di Mazzarri è stata dedicata una caterva di pagine sui social network. E centinaia di vignette che mettono in ridicolo le giustificazioni addotte dal mister livornese a ogni scoppola incassata dai suoi giocatori. E il web sa essere davvero crudele. Tuttavia non puoi sperare di cavartela parlando di episodi e sfortuna. O peggio di costante e duratura malafede di arbitri, dell’odio nei confronti tuoi nutrito dalla potentissima gilda dei guardalinee e della contrarietà ai tuoi piani sportivi che arriva dalla potentissima massoneria dei venditori di Caffè Borghetti. Perché poi passi per il solito fregnone.
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LA TRAVERSATA DEL DESERTO – Che si aspettavano tutti, dal buon Walter? Niente, almeno all’inizio del campionato. Tant’è vero che l’Inter ha disputato un ottimo inizio di serie A, capace di far scordare a tutti (tifosi, gufi e addetti ai lavori) i suoi molteplici limiti. Che sono tornati a galla di botto, quando dopo i primi successi è arrivata anche la pressione. E proprio la gestione dello stress da risultati è la sfida, finora persa, da Mazzarri. Avrebbe dovuto tenere con i piedi per terra squadra, società e ambiente. Ma ha scelto la strada più comoda delle giustificazioni a buon mercato, almeno davanti ai microfoni. Thohir, se vuol vincere, deve investire. E questo lo sanno tutti. Con la squadra attuale può puntare a un campionato a ridosso delle prime. Se tutto va bene. Si sapeva, all’inizio del campionato. E’ la traversata del deserto dopo gli anni del Triplete?