Graziano Pellè non si ferma più. Il centravanti italiano del Feyenoord mette la sua firma anche sul roboante 5 a 2 fuoricasa rifilato all’Utrecht. Un gollasso di tacco – roba alla Roberto Mancini, per intendersi -, un ‘mezzo’ assist e tante giocate hanno confermato l’attaccante di origini leccesi tra i beniamini del pubblico di Rotterdam. Non a caso, lui, è diventato il capitano della squadra allenata da Koeman.
CAPITANO CORAGGIOSO – Non è da tutti incantare una platea esigente come quella del Feyenoord. Non si tratta mica di una squadretta così, tanto per riempire la Erendivisie olandese. A Rotterdam ci hanno giocato Johan Crujff a fine carriera e Ruud Gullit all’inizio della sua. E poi, nel campionato dei Paesi Bassi gli avversari ci sono, eccome. E l’Utrecht poteva avere tutte le carte in regola per mettere in difficoltà i biancorossi, nell’ultimo turno con la mise da trasferta verde. La rete di Pellè ha dato la convinzione necessaria ai suoi per ottenere la vittoria. E poi, un colpo del genere. Che stile…
I FIGLIOCCI DI BREZNEV – Che schiaffo agli scienziati del calcio italiano. Uno così, che farebbe comodo a più di una squadra in serie A, se lo son lasciati scappare via, in Olanda. Eppure ai Grandi Vecchi del pallone uno come Graziano Pellè non è mai andato a genio. Doveva giocare in serie B, al massimo tanta panchina in A. Ecco, il caso Pellè spiega la miopia del sistema Calcio in Italia. Se cominciassimo a ragionarci davvero su, su questo ‘virus’, forse scopriremmo che è come un raffreddore. Sì, tipo quello di Andropov…
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=IQLnIQsN8vA[/youtube]