• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
venerdì 16 Aprile 2021
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Le interviste

L’intervista. Sangiuliano: “Italia con troppi partigiani e pochi patrioti”

by Leonardo Petrocelli
14 Novembre 2013
in Le interviste, Libri
0

FELTRI-SANGIULIANOUn paese frammentato, diviso, litigioso, senza una missione nella storia e privo di un collante identitario che distolga il cittadino dalla contemplazione dei fili d’erba del proprio orticello e lo proietti in una dimensione comunitaria. È questa l’Italia raccontata nel volume Un Repubblica senza Patria. Storie d’Italia dal 1943 ad oggi (Mondadori, pp. 300, euro 19), scritto a quattro mani dai giornalisti Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano. Un sodalizio di lunga data, il loro, che prevede nella fattispecie una ferma divisione dei ruoli: se a Feltri spetta la cronaca più recente, dagli anni Settanta ad oggi, a Sangiuliano – scrittore, docente universitario e vicedirettore del Tg1 – tocca invece raccontare quel significativo arco di tempo che muove dall’ 8 settembre e giunge fino alla fine dei Sessanta. Un lavoro di ricerca storica, dunque, per comprendere, fin dalle premesse, perché la parola Italia appartenga sempre più solo al lessico calcistico.

 Sangiuliano, perché parlate di una Repubblica senza patria?

“L’Italia è uno Stato solo in termini amministrativi e giuridici, è un apparato a tenerci uniti. Ma non siamo certamente una patria cementata da quell’idem sentire di cui parlarono Vico, Fichte e le Avanguardie del Novecento. Di fatto, siamo rimasti tutti profondamente partigiani, attaccati al nostro piccolo particulare come direbbe Guicciardini. Ed è una maledizione che attraversa anche la storia contemporanea, dove non ci sono avversari politici ma solo nemici. In realtà, la guerra civile non è mai finita, ma è proseguita, a bassa intensità, fino ad oggi”.

Quando si parla di unità nazionale c’è sempre chi si richiama immediatamente alla Costituzione cui lei, però, non risparmia accuse…

“Lungi dall’essere la più bella del mondo, la nostra Costituzione è buona solo nella prima parte. Poi si avverte il peso di quella contrattazione dalla quale sorse il testo definitivo. Il Partito Comunista ebbe buon gioco nell’inserire, nel segmento economico-sociale della Carta, interi stralci della costituzione sovietica del 1936. Un ‘copia e incolla’ di cui Togliatti si vantò a lungo. Il risultato è che, diversamente da ogni altra costituzione europea, in quella italiana non compare mai la parola impresa, segno di una prospettiva ideologica anti-liberale e nemica dell’iniziativa economica privata”.

Dalla sua analisi emergono, poi, due vizi oscuri del nostro Paese. Il primo è quello del “conformismo nazionale”. A cosa si riferisce?

“Quando parlo di conformismo nazionale o dittatura del politicamente corretto mi riferisco a quel doppio piano di lettura della realtà onnipresente nel nostro dibattito. Dal circuito politico e mediatico rimbalza sempre una visione convenzionale, ipocrita, ammorbante che, poi, gli stessi personaggi stravolgono quando dialogano fra loro nelle segrete stanze.”

A questo proposito, il caso più eclatante è quello dell’Europa…

“Negli ultimi vent’anni da ogni parte è stata esibita una continua retorica dell’Europa, ma nessuno ha osato dire che l’unione continentale si è rivelata un fattore penalizzante per il nostro sviluppo. Con i 53 miliardi del fondo salva stati, in realtà, sono state salvate le banche indebitate tedesche e spagnole che, poi, sono venute qui a fare acquisti”.

Il secondo problema è la schizofrenia che affiggerebbe l’Italia.

“Il nostro è il paese del pendolo. Per anni si è tollerata una sfrenata evasione fiscale, oggi siamo oppressi da una valanga inarrestabile di tasse e balzelli. Per anni il territorio è stato devastato impunemente, oggi ci vogliono quintali di scartoffie per poter piantare un chiodo nel muro. Si passa, insomma, da un eccesso all’altro senza soluzione di continuità”

Nonostante tutto, nel dopoguerra sono emerse figure di primo piano, esempi positivi su cui lei si sofferma a lungo nel testo. Due nomi: Enrico Mattei e Adriano Olivetti.

“Erano gli alfieri dell’Italia del fare che cresceva al 4-6% e ci ha fatto conquistare quel benessere dei cui residui cui godiamo ancora oggi. All’epoca, tutti comprendevano la nostra geografia economica: siamo un paese piccolo, sovrappopolato e senza materie prime. La sola via percorribile era ed è quella di lanciare un’economia di trasformazione, cioè utilizzare il genio italico per trasformare in prodotti innovativi le materie prime che non abbiamo. Mattei inaugurò una strategia vincente per l’approvvigionamento energetico, Olivetti inventò il primo calcolatore super veloce e Giulio Natta, unico italiano vincitore del Nobel per la chimica, aprì la strada ad un settore che diede lavoro a 300mila persone. Di tutto questo non è rimasto più nulla”.

È possibile individuare un colpevole?

“Le colpe sono diffuse. Ma io ritengo che un ruolo centrale, in negativo, l’abbia giocato la progressiva scomparsa del principio di autorità. Siamo un Paese con troppe regole scritte e poca voglia, da parte di ognuno, di fare ciò che dovrebbe. Ora ci troviamo difronte ad un bivio decisivo: o inauguriamo un cambiamento radicale o andremo avanti in quel declino che, alla fine, ci consumerà”.

@barbadilloit

 *Pubblicato in versione ridotta su “La Gazzetta del Mezzogiorno”

 

 

Leonardo Petrocelli

Leonardo Petrocelli

Leonardo Petrocelli su Barbadillo.it

Tags: FeltrimatteiolivettipartigianipatriarepubblicaSangiuliano

Related Posts

PatriotiAlVoto. Valle (destra.it): “Si va verso un governo di scopo. Le destre? Dovrebbero guardare alla Fpo austriaca”

Marco Valle: “I prossimi banchi di prova per le destre (oltre gli elogi del Corsera): dalla svolta green alle comunali”

12 Aprile 2021
“Il G.R.E.C.E. Italia e l’opzione metapolitica tra Europa, identità e ethnos”

Alain de Benoist: “L’assimilazione degli immigrati non è né buona né cattiva: è impossibile”

4 Aprile 2021

“Ultras Salerno. Un’altra storia”: viaggio nella comunità che si ritrova sui gradoni

Gustave Thibon, una ritrovata fonte del pensiero conservatore

Rinascere dal fango delle trincee: “Il mio cuore fra i reticolati” di Mario Carli

“La lotteria” di Shirley Jackson, musa ispiratrice di Stephen King

La lettera (di S. Solinas). Alcune (buone) ragioni per leggere “La vita quotidiana ai tempi del Coronavirus” di Del Ninno

Gianluca Mazzini:”Vi racconto luci e ombre dei Mondiali di calcio in Qatar”

“Viaggio tra i mistici del Giappone” di Paul Arnold fra antropologia culturale e ricerca

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Addio a Le Pen in Europa e a stop al progetto Sud, la Lega si ricolloca?

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Alain de Benoist: “Elezioni Usa: non c’è stata nessuna onda democratica pro Biden”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La monarchia inglese ha superato tutto, reggerà anche le recite di Meghan

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Destre. (di M. Veneziani). Meloni vola ma le manca classe dirigente

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

L’automobile e noi, storia (breve) dell’evoluzione di un rapporto

L’automobile e noi, storia (breve) dell’evoluzione di un rapporto

15 Aprile 2021
Georges Bernanos, un uomo libero tra male e grazia divina

Georges Bernanos, un uomo libero tra male e grazia divina

15 Aprile 2021
Irlanda del Nord. Non cessano i disordini, alta tensione a Belfast

Irlanda del Nord. Non cessano i disordini, alta tensione a Belfast

15 Aprile 2021

Ultimi commenti

  • Valter Ameglio su Manuela Lamberti: “Per (a destra) c’è bisogno di attrezzare un Arsenale delle Idee”
  • Guidobono su L’antiliberismo di Papa Francesco
  • Guidobono su L’antiliberismo di Papa Francesco
  • Enrico Nistri su 150 anni fa nasceva Guglielmo Ferrero (il geniale genero di Cesare Lombroso)
  • Fernando su Giornale di Bordo. A chi fa paura il generale (Figliuolo) con la penna bianca?
  • Enrico Nistri su L’antiliberismo di Papa Francesco
  • Guidobono su Formula 1. Il circus arriva a Imola: c’è vita (oltre) Hamilton e Verstappen?

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più