C’era una volta Capitan Psycho, adesso chiamatelo madre Teresa di Calcutta. Roy Keane, neo viceallenatore della nazionale irlandese, si è convertito alla bontà o, almeno, giura di essere – tra lui e il ct Martin ‘O Neill (l’ex tecnico Sunderland che si è vendicato su Di Canio con un tempismo da far invidia persino alla feroce Medea) – il più buono della coppia.
Il primo allenamento e la prima conferenza stampa dei successori di Giovanni Trapattoni e Marco Tardelli sulla panca dei Boys in Green sono una festa per giornalisti e reporter. L’ex mediano del Manchester United sprizza gioia da tutti i pori e si lascia andare: «Io sarò il poliziotto buono», dice Keane sbigottendo – letteralmente – i media britannici che ne conoscono benissimo la grinta e la schiettezza. Tanto per dirne una, Keane, giorni fa non ha avuto il minimo problema a mandare a quel paese il suo ex allenatore ai Red Devils, sir Alex Ferguson colpevole di averne parlato con “poca gratitudine” (insieme a David Beckham) nella sua autobiografia.
La sua storia da calciatore parla per lui. Ne ha passate davvero tante, e altrettante (o forse di più) ne ha fatte passare ai suoi avversari. Provatelo a chiedere a tale Alf-Inge Haaland, difensore norvegese di Leeds United e Manchester City, una carriera spezzata. Proprio da Capitan Psycho che, con un’entrata in pieno stile Bruce Lee, gli spezzò una gamba reo, quattro anni prima, di avergli rotto i legamenti in uno scontro di gioco dopo il quale, sprezzante, gli intimò di alzarsi e non far scenate. Cinque giornate di squalifica e maxi multa: ma furono 150mila sterline ben spese, per Keane…
Adesso, però, c’è una nuova avventura, quella alla guida (seppur in seconda) della nazionale del suo Paese con cui, da calciatore ha collezionato 67 presenze e nove reti. E lui giura che sarà buono perché, il cattivo, sarà il velenoso ‘O Neill..
Keano contro Haland, delitto e castigo:
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