Il Milan, club più titolato del mondo, è undicesimo in classifica in serie A con 12 punti nelle prime undici partite; nello stesso numero di giornate, invece, il Borussia Dortmund ha collezionato 28 punti ed è secondo in Bundesliga ad un punto dal Bayern campione in carica di tutto. Per quanto sia impossibile fare confronti tra due mondi diversi come il campionato italiano e quello tedesco, mettere a paragone i milanesi con i teutonici aiuta sicuramente a capire quanto il nostro calcio sia in alcuni casi strategicamente, culturalmente ed economicamente distante da quello germanico. I rossoneri sono in piena crisi di gioco e di risultati. Pagano una strategia sul mercato incentrata sui grossi nomi piuttosto che sui talenti, oltre che una scarsa propensione a valorizzare il proprio settore giovanile. Il Milan è oggi una squadra senza certezze in campo e, per la prima volta dopo più di venticinque anni, anche fuori, con Barbara Berlusconi impegnata a delegittimare quotidianamente l’amministratore delegato Adriano Galliani.
Il Borussia di Klopp, tecnico che ha da poco rinnovato il proprio contratto col club fino a giugno del 2018 (è arrivato in Renania nel 2008), ha saputo invece creare i campioni da zero, allevandoli nelle proprie scuole calcio giovanili, o pescandoli a poco prezzo nei campionati minori. Il risultato è che oggi i gialloneri di Dortmund, pur non potendo vantare una bacheca di trofei simile a quella rossonera, sono una superpotenza del calcio europeo. L’ultima partita di campionato l’hanno vinta per 6-1 contro lo Stoccarda, mandando in gol tra gli altri anche Papastathopoulos e Aubameyang, due giocatori passati in gioventù proprio da Milanello, mandati però via prima che potessero esprimere le proprie capacità. Oggi Allegri avrebbe bisogno proprio di due come loro, per sistemare una difesa ballerina ed un attacco sterile soprattutto a causa dell’ennesima crisi del lunatico Balotelli. E invece gli tocca arrangiarsi, perché in Italia spesso i campioncini non sappiamo aspettarli. Li lasciamo andare via giovani a cercare gloria altrove e ci accontentiamo di veder giocare strapagate vecchie glorie.
E’ ora che il movimento calcistico italiano si rinnovi, come hanno iniziato a fare alcuni club (Juventus, Napoli e Roma su tutti), o perderemo tutti quanti il giocattolo più divertente del Belpaese.
@barbadilloit