Doveva accadere, prima o poi: l’allievo Andrè Villas Boas sfida il maestro José Mourinho. E per di più nella cornice dorata del derby della Londra-bene: Chelsea-Tottenham.
Si tratta della prima sfida tra i due allenatori portoghesi dopo la rottura del sodalizio sportivo che era cominciato tanti anni fa tra i due, dai tempi in cui Villas Boas faceva l’osservatore per il Porto continentale di José Mourinho. Per molto tempo tra i due ci fu un lungo e proficuo rapporto professionale e d’amicizia, proseguito anche durante la prima avventura al Chelsea di Mou. Poi il litigio sullo sfondo della Milano nerazzurra. Dopo tanta gavetta ad Andrè era venuta voglia di far da allenatore in seconda a Mou che però rifiutò nettamente la sua proposta. Così Villas Boas se ne tornò in Portogallo dove iniziò a mettersi in luce come allenatore fino ad arrivare in Inghilterra, proprio sulla panca dei Blues, come ‘surrogato’ di Mourinho. Non andò bene e Andrè, oggi, si trova alla guida del Tottenham, privato del suo fuoriclasse Gareth Bale, ceduto alla stratosferica cifra di quasi 100 milioni di euro al Real Madrid di Carletto Ancellotti. Con tanti saluti pure ad Al Qaeda, che, come fin troppo notò, proprio in occasione dell’affare intervenne per la prima volta in questioni calcistiche.
Andrè Villas Boas, però, ha ancora il dente avvelenato contro Mourinho anche se non lo dà a vedere: “Per lui parla la sua carriera – ha spiegato ai media d’oltremanica – ed il derby non sarà una sfida tra lui e me ma fra le nostre squadre”. Ma la verità è dura da digerire e, stavolta, è tornata a galla: “Volevo dargli qualcosa in più dopo tanti sacrifici, ma José non volle. Così facendo stava bloccando i miei progressi. Perciò decisi di lasciarlo”.
Lo stesso Andrè ha infine tenuto a precisare che non c’è astio e che con Mou ha parlato a lungo ad agosto, durante un incontro organizzato dalla Lega degli allenatori inglese. Beato chi ci crede…