Mario Balotelli schiaffeggia l’imperturbabile Max Allegri e sfida apertamente il buon Cesare Prandelli. L’ultima alzata d’ingegno del centravanti rossonero – le supposte minacce all’arbitro Banti condite da insulti “irripetibili” – rischia di farlo uscire definitivamente dal cuore del suo allenatore e mette in bilico la tenuta del codice etico della Nazionale dei buoni sentimenti.
Balotelli, storia fin troppo nota, ha preso malissimo la sconfitta contro il Napoli. Praticamente una gara maledetta per il ‘45’ rossonero che ha sbagliato anche il primo rigore da quando è tra i pro: prima di incontrare i guantoni ipnotizzatori di Pepe Reina non aveva mai fallito dal dischetto.
E si è sfogato, a fine gara, con il direttore di gara. Finendo per guadagnarsi un’incredibile espulsione a triplice fischio già suonato. Una brutta scenata, stop. Però il giudice sportivo, complice la nouvelle vague buonista di cui Balotelli è (suo malgrado?) alfiere, gli ha rifilato la stangatona da tre giornate: salterà la super-sfida contro la Juventus del ritrovato (almeno così sperano a Vinovo e in Spagna) Fernando Llorente.
L’ultima birichinata di Supermario si traduce in una doppia sfida. In primo luogo al suo allenatore. Max Allegri lo aveva già avvisato più di una volta: non avrebbe tollerato ammonizioni ed espulsioni derivanti da atteggiamenti poco edificanti. E dato che il tecnico si è reso conto che deve smetterla di passare sopra a tutto se vuole ritagliarsi finalmente un po’ di autorità in squadra, può darsi che stavolta il centravanti non la passerà liscia. C’è sempre da dire, però, che le alternative dalla mediana in sù sono poco convincenti e che c’è sempre il rischio che prima o poi qualche tifoso disilluso si svegli dall’incanto Kakà e inizi a contestare una campagna acquisti a dir poco inesistente.
La sfida, però, è lanciata anche a Cesare Prandelli: per lui, chi va in nazionale, prima di saper giocare a pallone, di sudare la maglia deve essere un integerrimo sportivo rispettoso del suo codice etico. Adesso che Balotelli l’ha fatta (di nuovo) grossa, il ct sarà in grado di farsi valere e di imporre il suo mieloso decalogo del bravo ragazzetto? Prandelli avrà un problema grosso, per farlo: il primo è che – piaccia o no – nemmeno in Nazionale il Balotelli devastante ha solide alternative. Ciò equivarrebbe ad un’automatica impunità? Forse se spuntasse all’ultimo un’amichevole dimostrativa, magari si potrebbe salvare capre e cavoli. E poi c’è da sperare nell’ennesima interpretazione delle norme sportivamente corrette del commissario tecnico dei buoni sentimenti. Insomma, a Balotelli non servirà un Ghedini per farsi beffe degli arzigogolamenti prandelliani. Il talento vince su tutto, il resto poco importa. Però…