L’Uefa degli azzeccagarbugli ha tolto a Zapata la soddisfazione di leggere il suo nome nel tabellino dei marcatori di Milan-Celtic. Una postilla, dicono dalla grigia burocrazia euro-pallonara, ha negato la gioia del gol al difensore rossonero: se c’è una deviazione la rete diventa autogol ed in quel caso il difensore Izaguirre è stato decisivo perché la sfera terminasse in fondo al sacco.
L’Uefa dei chiaroveggenti ha deciso che se il pallone calciato finirebbe naturalmente fuori dalla porta ma viene toccato e in virtù di tale deviazione finisce dentro la porta la rete va considerata come autogol. Occorrerebbe però essere dei veri e propri esperti di divinazione: come si fa ad intuire la traiettoria di un tiro prima che questa stessa si determini? Dobbiamo davvero ricordare noi all’Uefa tutti quei traversoni che sono finiti in rete a dispetto pure di chi li aveva calciati? Le leggi della fisica applicate al calcio hanno dimostrato che imprimere un certo effetto al pallone potrebbe ‘regalargli’ strane traiettorie: tra gli anni ’70 e ’80 c’era una vera e propria scuola di calciatori che segnava direttamente da calcio d’angolo. Do you remember Massimo Palanca, monsieur Platini?
Detto questo, caro Zapata, potranno toglierti un gol ma non potranno mai toglierti la soddisfazione di essere stato una delle pochissime cose buone di questo Milan provincialotto contro il Celtic…
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