L’Europa resta un sovrastato indecifrabile. Ma anche uno spazio di potenza. La campagna elettorale italiana e’ stata modesta, per contenuti e schemi prevedibili. Una indicazione però non e’ superflua: bisogna scegliere chi custodisce l’identità patriottica, si prende cura dei nostri confini, dei nostri Penati e dei nostri figli. A chi manutiene o si impegna a manutenere le nostre origini va sempre dato un sostegno, perche’ e’ un modo per dare forza a chi e’ alternativa ai pensieri deboli, ai profeti dell’indistinto e ai neonichilisti.
Poi c’e’ la necessità di codificare il futuro: leggere i nuovi scenari, rilanciare l’industria nazionale (e l’acciaio), frenare gli ideologismi finto-ecologisti, discutere di Difesa e di frontiere, potenziare una lettura tradizionale dell’AI e della tecnologia da piegare alle ragioni dell’umanesimo. C’e’ stato poco profumo di futuro nel dibattito italiano. Ma il discorso pubblico non termina domenica sera con la chiusura dei seggi. C’e’ sempre tempo per aerografare nel cielo il tricolore dell’avvenire.
Vorrei tanto scegliere chi difende i nostri confini, ma ho qualche difficoltà a scorgere qualcuno che abbia la volontà e soprattutto la forza di farlo.
Più che difendre i confini, bisognebbe buttar fuori le orde di indesiderabili e, soprattutto, quel che intendiamo fare dell’Italia, lontano da questa fetida Ue di Bruxelles… Sì all’idea d’Europa, no all’Europa di Prodi e della casta dei politicanti vendipatria da strapazzo…