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Focus Ucraina (di E.Nistri). Macron gollista di carta e la prudenza di Tajani e Crosetto

Un’Europa che per un ventennio si è crogiolata nella speranza della fine della storia, che ha demonizzato o ridicolizzato la figura del militare, che ha scolpito nei cuori e nelle lapidi l’ambigua frase di Brecht “beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”, sarebbe in grado di sostenere un conflitto con l’Unione Sovietica inviando truppe a Kiev?

by Enrico Nistri
19 Marzo 2024
in Corsivi
4
Risiko geopolitico

Ammesso e non concesso che Putin sia il nuovo Hitler, siamo proprio sicuri che la scelta di intavolare serie trattative di pace, invece di continuare a sostenere l’Ucraina in una guerra che finora ha fatto almeno 110.000 morti, equivarrebbe a una nuova Monaco? Personalmente nutro seri dubbi in proposito, ma, soprattutto, mi pongo una controdomanda: siamo certi che la politica di appeasement con Hitler condotta da Chamberlain sia stata così rovinosa per Inghilterra e Francia? L’opinione corrente ovviamente ricalca il giudizio di Churchill, espressa nel suo celeberrimo commento agli accordi stipulati nella città tedesca: “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra.” Una frase a effetto, degna di un efficacissimo oratore quale fu il grande discendente dei duchi di Malborough.

Un’opinione di segno diverso, però, fu espressa da un altro politico di alto rango nonché grandissimo oratore, nel 1940: John Fitzgerald Kennedy. Il futuro presidente degli Stati Uniti pubblicò a ventitré anni un saggio intitolato Why England Slept, ovvero “Perché l’Inghilterra dormì” – con un evidente riferimento alla raccolta di scritti di Churchill Whyle England Slept, “Quando l’Inghilterra dormiva”. Il libro, uscito con la prefazione del magnate dell’editoria statunitense Henry Luce, ebbe un clamoroso successo, anche se (o forse perché?) si poneva su di una posizione diversa rispetto a quella del Premier britannico. A giudizio di Kennedy, la politica di appeasement non fu un errore, perché consentì alla Gran Bretagna di prepararsi meglio al confronto militare con Hitler, che un anno prima sarebbe stato rovinoso. Potrà anche darsi che sostenendo questa tesi Kennedy difendesse l’operato del padre, già ambasciatore a Londra, che aveva sostenuto l’appeasement, ma nel suo giudizio c’era un fondo di verità. L’Inghilterra non era preparata né materialmente né moralmente al confronto con Hitler; della Francia è meglio non parlare. Diversa sarebbe stata la situazione se fosse intervenuta prima contro il revanscismo tedesco; ma nel 1934, quando Hitler cercava di annettersi l’Austria, Mussolini era stato lasciato solo a mobilitare le divisioni al Brennero, e per tutta ricompensa aveva avuto le sanzioni per la campagna d’Etiopia…

Premesso che la storia non sempre si ripete, che l’odierna realtà geopolitica è profondamente diversa e che Putin dispone di un arsenale nucleare, secondo me gli odierni guerrafondai, che vorrebbero inviare truppe europee a sostegno dell’Ucraina, farebbero bene a domandarsi se l’Occidente, e in particolare l’Ue, sarebbe in grado di sostenere un confronto diretto con la Russia, ponendo le premesse per la seconda guerra mondiale. Un’Europa che per un ventennio si è crogiolata nella speranza della fine della storia, che ha demonizzato o ridicolizzato la figura del militare, che ha scolpito nei cuori e nelle lapidi l’ambigua frase di Brecht “beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”, sarebbe in grado di sostenere un conflitto con l’Unione Sovietica inviando truppe a Kiev? E, soprattutto, lo sarebbe un’Italia che ha “sospeso”, ma di fatto soppresso, il servizio militare obbligatorio, che ha dismesso le caserme e persino abolito la visita di leva, utilissima anche a fini statistici, per cui non saprebbe nemmeno su quanti maschi abili potrebbe contare, che ha più carabinieri che soldati, può permettersi di inviare truppe a Kiev? Senza contare che in realtà l’Occidente rischia di essere impegnato su almeno altri due fronti, il fondamentalismo islamico o l’aggressiva politica estera cinese, che minaccia Formosa e provoca le Filippine. Minacce ben più pericolose per la nostra sicurezza del revanscismo della Russia, che è pur sempre una nazione europea e cristiana.

Sotto questo profilo, è difficile non apprezzare le parole del ministro degli Esteri Tajani e del ministro della Difesa Crosetto, che si sono schierati fermamente contro l’invio di truppe a Kiev.Lasciamo giocare alla guerra Macron, che si crede il generale de Gaulle, anche se in realtà non ha fatto nemmeno il militare. E non facciamoci prendere dalla sindrome di Monaco, a cui non credeva nemmeno John Fitzgerald Kennedy.

p.s. particolare curioso: Perché l’Inghilterra dormìfu tradotto nel 1964 in Italia dalle Edizioni del Borghese, che nel 1960 avevano già pubblicato di Kennedy un altro libro, I ritratti del coraggio. Inizialmente Kennedy piaceva alla destra, per la sua politica estera meno rinunciataria rispetto a quella di Eisenhower. Solo dopo il suo assassinio sarebbe divenuto l’icona di una sinistra progressista sempre bravissima nell’inventarsi martiri e miti.

Enrico Nistri

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Tags: crosettoenrico nistrimacrontajaniucraina

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Comments 4

  1. Guidobono says:
    1 anno ago

    Infatti. Chamberlain a Monaco 1938 fece l’unica cosa che poteva, dal punto di vista britannico. Prendere tempo per riavviare la campagna armamentista. Churchill fece teatro, al solito…

  2. Guidobono says:
    1 anno ago

    Hitler avrebbe dovuto essere intransigente, non cedere alle lusinghe di Mussolini, e subito far bombardare Londra. Nell’autunno 1938 la Germania aveva molto più vantaggio sul UK rispetto all’anno dopo. Tutti sapevano che Londra voleva la guerra, ancora più evidente che nel 1914…

  3. Paolo says:
    1 anno ago

    … Mussolini era stato lasciato solo a mobilitare le divisioni al Brennero, e per tutta ricompensa aveva avuto le sanzioni per la campagna d’Etiopia…
    Ecco, andrebbe approfondito!

  4. Guidobono says:
    1 anno ago

    Sì, il 1934, dopo l’assassinio di Dollfuss. Vienna fece sapere a Roma che mai avrebbe accettato la presenza di un soldato italiano sul suolo austriaco! E questo sarebbe stato un protettorato? Non facciamo ridere. L’Italia neppure nel 1934 poteva militarmente vedersela con Berlino… Poi gli austriaci, socialisti in testa, a grande maggioranza, sempre avevano voluto l’Anschluss. Altro che aggressione come ancora si legge, falsificando la realtà…

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