Razzista, misogino, feticista, barbarico, xenofobo, estremista, antidemocratico, brutale, maschilista. Negli Stati Uniti, giornali e siti internet politicamente corretti hanno esaurito gli aggettivi per qualificare il nuovo fenomeno del web che sta scandalizzando i sacerdoti della cultura “woke” e, al tempo stesso, conquistando i giovani conservatori vicini a Donald Trump. Lui è l’anonimo estensore di un profilo su X (ex Twitter) che si fa chiamare Bronze Age Pervert (acronimo BAP), cioè il Pervertito dell’Età del Bronzo, e negli ultimi mesi si è guadagnato centinaia di articoli su quotidiani e riviste americane.
Su internet BAP promuove idee super reazionarie, facendo riferimento soprattutto alla cultura classica della Grecia antica declinata in una bizzarra miscela di “superomismo” nicciano e linguaggio gergale da social network. Twitter, quando si chiamava ancora così ed era il paradiso della correttezza politica, l’aveva bannato un paio di volte; ma con l’arrivo di Elon Musk e l’eliminazione di qualsiasi censura il Pervertito ha ripreso le sue scorribande virtuali, raggiungendo un numero sempre maggiore di follower. Nello staff trumpiano, dicono i giornalisti, lo seguono tutti.
Nessuno conosce esattamente la sua identità, anche se sono state avanzate diverse ipotesi, e neppure dove viva. Di lui si sa soltanto che alcuni anni fa ha sbancato le classifiche di Amazon con un volumetto autopubblicato, Bronze Age Mindset (La mentalità dell’Età del Bronzo), definito «sconclusionato» dall’Economist ma che ha venduto centinaia di migliaia di copie. Una specie di Il mondo al contrario del generale Vannacci, insomma, però molto più raffinato e colto. E più di recente il Pervertito ha varato un progetto di podcast su temi storico-politici, Caribbean Rhythms, per il quale fa pagare un abbonamento di 5 dollari al mese. Nel libro e nei podcast, BAP alterna elementi di critica profonda all’odierna società americana all’esaltazione del periodo dell’antichità greca e di pensatori come Nietzsche, Platone, Eraclito, Schopenhauer.
Il New York Times ha definito il libro «una critica pseudo nicciana della modernità, scritta in uno stile che mescola una brutalità da finto cavernicolo e un gergo da forum con riferimenti classici»; ma il quotidiano svedese Aftonbladet ha messo in guardia i lettori: «Non si deve liquidare BAP come l’ennesimo maniaco di internet che ha letto Nietzsche e frainteso Omero. È troppo istruito, troppo divertente e troppo influente per banalizzarlo così».
Eppure negli Usa i giudizi sul fenomeno Pervertito oscillano tra la sottovalutazione e l’allarme. Se il filosofo della politica John Gray, su The New Statesman, minimizza le sue teorie come «un fuoco di paglia, le fantasie di un aspirante membro di una gang adolescente in una città in disintegrazione»; sulla rivista Current Affairs, Nathan Robinson paragona addirittura Bronze Age Mindset al Mein Kampf di Hitler. Ed è curioso che a denunciare il pericolo BAP non siano più soltanto gli intellettuali “liberal”, ma anche parte del mondo conservatore americano: il politologo Matt McManus, dell’università del Michigan, sostiene che il Pervertito «non è veramente un conservatore e nemmeno un reazionario. Anzi, disprezza i conservatori quasi quanto detesta la sinistra». A suo parere, l’anonimo pirata del web sarebbe una specie di «ultrafascista come Julius Evola: qualcuno per il quale il fascismo classico è troppo democratico, troppo populista e troppo volgare».
In effetti nel progetto BAP non c’è nulla che richiami alla classica “trinità” dei conservatori a stelle e strisce: Dio, patria e famiglia. Il Pervertito è dichiaratamente pagano e odia il cristianesimo alla pari delle altre religioni monoteiste; alla famiglia preferisce i valori che uniscono le fratellanze virili nell’intraprendere attività fisiche e politiche e la profonda critica alla società statunitense esclude qualsiasi velleità patriottica.
Michael Anton, accademico, saggista e alto funzionario nell’amministrazione Trump (in foto), è uno dei pochi intellettuali conservatori che ammetta di seguire con interesse il fenomeno BAP. «Tra i giovani di destra il Pervertito è più popolare rispetto a qualsiasi altro pensatore conservatore – sostiene – e tra i ragazzi sotto i 25 anni che conosco, la maggior parte di loro ha letto il suo libro. Il fatto è che viviamo in un’epoca in cui tutti si offendono per qualsiasi cosa, quindi diventa naturale per i più giovani provare interesse per le idee apertamente offensive».
Come detto il Pervertito dell’Età del Bronzo è un personaggio anonimo, ma di recente il quotidiano Usa Politico ne ha svelato la probabile identità: a nascondersi dietro l’acronimo BAP sarebbe il politologo di origine romena Costin Alamariu, 43 anni, laureato in matematica al MIT, con un master in filosofia alla Columbia University di New York e un dottorato di ricerca in scienze politiche a Yale, ottenuto con una tesi sul tema della tirannia in Platone e Nietzsche. Lui non conferma e non smentisce, semplicemente non concede interviste e vive nell’ombra dal 2018, anno in cui – guarda un po’ – il Pervertito fece la sua prima comparsa su Twitter.