
Merita rispetto Silvio Berlusconi e la sua storia imprenditoriale e politica. E’ stato un modello di coraggio nel non arretrare mai davanti alla furia totalitaria delle parrocchie dei buonisti, con toga o con penna di giornalisti. Non è mai arretrato di un centimetro e, pur addolorato da tanto odio, ha portato una ventata di allegria e creatività tra le grisaglie della politica tradizionale.
La destra rimessa in gioco dal popolo
Va però chiarito, in questo frangente, che è stato il fondatore della Casa della libertà, dell’alleanza tra Forza Italia, Msi e Lega nel 1994, ma non è stato lo sdoganatore della destra missina. Già nel 1993 erano stati gli italiani, nella comunali di Roma, Napoli, ma anche Cerignola (città di Giuseppe Di Vittorio) a premiare candidati che venivano da una storia diversa, quella dei patrioti nella Repubblica.
La politica internazionale
Silvio è stato il restauratore di una Italia interventista in Europa e nel Mediterraneo, ma soprattutto oltre gli schemi di Yalta, facendo dialogare Russia e Usa, proprio a Pratica di Mare. Contratti, affari, influenze, dialoghi, rapporti consolidati: lo studio degli schemi in politica estera di Berlusconi sarà parte di una riabilitazione postuma a cui qualche storico dovrà prima o poi mettere mano, perché l’Italia ha ripreso a contare anche per questa visione.
Libertà d’impresa contro lo stato vessatore
L’esperienza berlusconiana ha portato nel campo del centrodestra il dogma della difesa della libertà d’impresa, ribadita anche da Giorgia Meloni nel suo insediamento da premier: si tratta di una sensibilità che spinge a riforme e semplificazione, mentre a sinistra domina una visione vessatoria dello Stato, tra tasse e burocrazia invasiva.
I limiti del consumismo
Elogio sfrenato dei consumi, le pizzerie e i ristoranti pieni sono la declinazione di una visione consumista che mal si è conciliata in questi anni con un’area spiritualista e patriottica, figlia di una cultura sociale e nazionale. La sintesi è stata sempre un compromesso. Sempre meglio un compromesso, lo dice la storia recente, che l’ossessione antifascista dei progressisti…
Per quanto riguarda lo sdoganamento del Msi,penso abbia ragione Marco Tarchi,è stato Berlusconi a farlo rientrare nella politica nazionale oltrechè nel governo
E’ stato solo un matrimonio di interesse. Fini ed i suoi hanno portato a Berlusconi i voti necessari, nel sistema maggioritario, a prendere tutto il potere per molti anni. Per parte sua, Berlusconi ha offerto a Fini ed ai suoi la possibilità di carriere politiche importanti, che per alcuni di costoro continuano anche oggi, altrimenti del tutto impossibili nella Prima Repubblica. Alla fine, la leadership di un partito che nel suo statuto si ispirava “ad una visione spirituale della vita” si è adattata a tutto pur di continuare a frequentare le stanze del potere.
Giudizio poverello,superficiale essenzialmente discriminante verso FDI.Evidentemente brucia ancora l’escalation straripante di Giorgia Meloni. Fini non ha avuto assolutamente nulla che fare con FDI.E’ Giorgia che ha trascinato a se moltissimi, verso nuovi orizzonti di prospettive politiche.
Il Berlusca senza i voti della Destra non avrebbe potuto governare(elementare)quindi e stato Fini a non avere attributi per beneficiare delle opportunità (finalmente) che il caso le stesse offrendo.
PS.il centro destra prima e la Destra centro ora,non hanno il potere assoluto sebbene hanno la maggioranza dei voti.
Le stanze del potere centrale il vecchio MSI ha cominciato a frequentarle, e neppure molto, a partire dal 1994…
Prima o poi,appena consumate le elargizioni ricevute x sostenere l’insostenibile verso quest’uomo da parte destra-missina,qualcuno ‘ricorderà’ che ad essere sdoganato non è stato il MSI,nè la comunità che di essere sdoganata da demosocialisti proprio se ne f……,ma proprio lui,rincorso già dal 92 da ‘mani pulite’,e che ebbe bisogno di Larussa x ‘intercedere’ presso Di Pietro,ed offrendogli il ministero della Giustizia nello sperato 1° governo Berlusconi,per poter ‘cavalcare la politica’ attiva a sostegno dei propri interessi.Sdoganò sto…non fate ‘rivoltare’ nella tomba i tanti giovani che offrirono la loro vita(e la galera tantissimi altri) x l’agiatezza’ di pochi approfittatori.
La politica è un mondo aspro e crudele. Le vite sacrificate ed offerte lasciano memoria, certo, ma non si traducono quasi mai in dividendi…
Il problema è sempre quello dell’egemonia culturale. Quella per ora la destra non ce l’ha… Domani, chissà…Governa facendo una politica non in contrasto con il pensiero dominante sinistro-progressista-globalizzatore-teorici diritti infininti, o, peggio, facendone propri anche stilemi, abbigliamento, voci e cori..
Io vorrei lotta vera alla droga, al narcotraffico, all’illegalità, all’immigrazione sconfinata, all’irresponsabilità crescente ovunque ecc. ecc. Ma questo non lo vedo nella attuale destra di Governo (30% circa dell’intenzione di voto) che cerca, forse inevitabilmente, di ‘durare’, più che ‘cambiare’….
Il vecchio MSI ha deposto d’essere,quando
Almirante fece visita alla morte di Berlinguer. Punto tangibile di resa e rinuncia ai propri principi di socialità.
‘MSI destra sociale,lo spiega benissimo Pino Rauti nel suo intervento di Fiuggi,il resto è “robetta politicante” Con la realtà sociale odierna
la Meloni sta’ facendo bene,per quello che può fare..Nonostante abbia un fortissimo supporto popolare..
La svolta culturale si concretizzo’ con la stampa di un francobollo dedicato a Giovanni Gentile. Poi il nulla.