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Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico

Mettete dei fiori nei vostri cannoni. No. Da quest’anno invece si fa la retromarcia e Sanremo canta: Donate a Zelensky i vostri cannoni

by Marcello Veneziani
6 Febbraio 2023
in Corsivi
8
Zelensky a Sanremo nel fotomontaggio di Nicolaporro.it

Mettete dei fiori nei vostri cannoni, cantavano I Giganti al festival di Sanremo del 1967. Da allora in poi il pacifismo fu uno dei messaggi obbligati al festival dei fiori e dei canti. Da quest’anno invece si fa la retromarcia e Sanremo canta: Donate a Zelensky i vostri cannoni. E’ il messaggio che il presidente ucraino verrà a lanciare dalla tribuna di Sanremo. E’ proprio opportuno che Volodymyr Zelensky venga a Sanremo a perorare la sua richiesta d’armi? Un conto è essere vicini alle sofferenze del popolo ucraino, dice, un altro è alimentare da un palco dedicato alla musica questo scellerato “clima bellicista”, questa “propaganda di guerra” al posto di una vera, seria trattativa. Si può non sposare il pacifismo, ritenerlo puro irrealismo da anime belle e notare che nessun pacifismo ha mai fermato una guerra, ma l’obiezione è sensata.
Mezza Italia e forse più non vuole la nostra attiva partecipazione a questa guerra, con la fornitura di armi e supporti. Perché serve a prolungare la guerra anziché risolverla, ad aumentare il numero di vittime e distruzioni, a inguaiare pure noi e serve soprattutto agli Stati Uniti per indebolire Putin e al tempo stesso l’Unione europea, usandola come strumento subalterno della strategia egemonica degli Stati Uniti. La gente ha visto in passato tante invasioni russe, sotto lo sguardo impietrito dell’occidente: l’Ungheria, la Polonia, la Cecoslovacchia erano Europa a differenza dell’Ucraina che per secoli è stata russa, ha una lingua affine, i due popoli sono intrecciati da secoli, hanno la stessa religione ortodossa e tanta storia in comune. Abbiamo visto muti e inermi le invasioni cinesi del Tibet, le repressioni di Hong Kong, le invasioni americane in mezzo mondo, portandoci sull’orlo di tante crisi mondiali. E mai si è deciso d’intervenire in difesa dei popoli invasi. Questa volta invece è d’obbligo armare l’Ucraina e intervenire in suo favore, fino a svenarsi e inguaiarsi. Con un battage mediatico senza precedenti. Al gesto scellerato di Putin d’invadere l’Ucraina ha contribuito la linea di Biden ostile a ogni negoziato per rendere neutrale l’Ucraina e riconoscere che due regioni come il Donbass e la Crimeache sono per storia e maggioranza filo-russe. Quando Trump dice che con lui non ci sarebbe stata l’invasione, riconosce di fatto le corresponsabilità americane nella guerra.
E poi, diciamolo francamente: Zelensky non è affatto simpatico a larga parte della platea italiana, anche se si ha timore a dichiararlo perché s’incappa subito, come ieri sui vaccini e la pandemia, nell’accusa di filo-putinismo, che obiettivamente riguarda solo una piccola minoranza. Zelensky non piace per i suoi trascorsi, per il suo cinismo, per il suo vecchio mestiere di guitto, per le repressioni passate del potere ucraino contro i russi e i partiti non allineati, per le sue ingiunzioni al mondo; e poi per il suo governo di corrotti e per le vistose limitazioni alla libertà d’espressione. Agli occhi di tanti è un fantoccio degli Usa. Quanto ha pesato il suo protagonismo, il suo istrionismo narcisista e la sua dipendenza dagli Stati Uniti nella decisione di resistere ad oltranza, mandando allo sbaraglio il suo popolo e generando danni a catena a mezzo mondo? Insomma, per il senso comune della gente, le responsabilità della guerra non sono solo quelle, accertate e inescusabili, di Putin e della sua nostalgia dell’Impero sovietico e zarista. Ma sono anche dall’altra parte. E a farci le spese, nel mezzo, è in primo luogo il popolo ucraino, le città ucraine, l’economia ucraina (su cui sperano di avventarsi per la ricostruzione molti sciacalli, anche nostrani, dopo aver contribuito ad aggravarle). E in secondo luogo ne fanno le spese tanti paesi europei, sul piano economico ed energetico. Un’Europa al rimorchio degli Stati Uniti e succuba delle sue decisioni e dei suoi interessi, priva di una sua strategia autonoma e di una capacità diplomatica e militare di mediazione e dissuasione, mostra in Ucraina la sua incapacità di diventare una Potenza mondiale in grado di trattare a pari condizioni con le altre superpotenze.
Tra poco sarà un anno dall’inizio della guerra in Ucraina e sono in molti a pensare, e in pochi a dire, che sin dall’inizio era chiara l’intenzione degli Stati Uniti di riequilibrare le forze in campo per rendere più lunga possibile ed estenuante questa guerra, in modo da colpire, sfiancare Putin e indebolire l’Europa sul piano energetico, economico e geopolitico, con la scusa di difenderla dall’aggressore russo (ma Putin non vuole espandersi in Europa; mira, con velleità, a restituire i confini passati all’Impero russo).
Infine, una piccola nota su Sanremo. Da anni ormai è diventato il Tempio scemo del Politically correct, il Collettore delle sciocchezze nazionali e globali, la discarica di tutte le ipocrisie, i buonismi e lo scemenzaio delle mode. Le finte trasgressioni, i sessi in transito, i fatui sermoni strappalacrime (e scrotoclasti), la rassegna dei nuovi luoghi comuni. Una trasgressione di massa non è più trasgressione ma conformismo; è come se per ogni infrazione ti arrivasse a casa non una multa ma un bonus. Sanremo misura il tasso di minchioneria che è nell’aria e inscena una serie di carri allegorici: la Vittima Nera, il Trans virtuoso, la Femminista indignata, l’Accoppiata omosex, il Predicatore antimafia, il Menagramo pandemico, il Pugno chiuso, il Blasfemo, la legalizzatrice della droga. Mancava solo Zelensky… (da marcelloveneziani.it)

@barbadilloit

Marcello Veneziani

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Tags: Marcello Veneziani.musica italianapensiero unicopoliticamente correttosanremozelensky

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Comments 8

  1. Gazza says:
    1 mese ago

    grazie a Veneziani, esprimendo nei dettagli cio’ che in molti pensano. Non fa una grinza: esemplare.

  2. Guidobono says:
    1 mese ago

    Proprio così! Niente messaggi di Zelensky. È (era) il Festival della Canzone Italiana, non una pattumiera per ogni minchiatona gradita allo scorreggione di Washington…

  3. Ferna.. says:
    1 mese ago

    Sempre pugnace e dilagante Veneziani nella sua verve sarcasticamente analizzante.Fatui sermoni scrotoclasti.
    Unico..

  4. Tullio Zolia says:
    1 mese ago

    Ma come si fa a non essere d’accordo con Marcello Veneziani in tutto ciò che scrive? La parte dedicata ,poi ,alle idiozie del festival mi hanno più volte fatto ridere sguaiatamente e mi hanno riportato alla sua “verve” comica del suo indimenticabile “Italia settimanale” .Caro Marcello :grazie di esistere!

  5. Max says:
    1 mese ago

    Solita musica, Hitler era cattivo, ma certo che qualche buona ragione l’aveva…

    Articolo maldestro, si paragonano le invasioni dell’ex mondo spartito in due blocchi di influenza con quelle di oggi. I due popoli saranno anche intrecciati da secoli con tanta storia in comune (compreso lo sterminio stalinista dei culacchi ucraini), ma i gialloblu hanno scelto con un referendum nel 91 di essere indipendenti.

    Certo poi che uno non interviene i tutti i conflitti: la parola “prossimo” dice nulla? Se il mio vicino di casa ha un problema sono più portato ad intervenire che se il problema ce l’ha quello che abita all’ultimo piano.

    L’alternativa che parrebbe gradita è l’ex Ucraina di Yanucovich, corrotto zerbino russo, fotocopia della Bielorussia col suo regime servo di Lukashenko.

    Di Sanremo non mi frega nulla, manco lo vedo più dal 73, ma il “guitto” Zelensky non è affatto tale, è un piccolo grande uomo e con gli attributi. Provate un po’ a pensare se ci fosse stato Grillo al suo posto…

    Slava Ukraini!

  6. Guidobono says:
    1 mese ago

    Max. Per me Zelensky è odioso e detestabile, la jattura massima del suo popolo, in primis. Poi che cosa c’entra Hitler? Certo che la Germania del dopo Versailles aveva dalla sua molte buone ragioni, dittatura o no. Così come alcune buone ragioni ha oggi la Russia, non Putin.

  7. Carlo says:
    1 mese ago

    Sono in pieno disaccordo con Veneziani. Articolo confuso ed inconsistente.
    Zelensky, come uomo, mi è completamente indifferente. Parlare di Zelensky per criticarlo oppure lodarlo significa sviare l’attenzione dal problema.
    Il problema è che la Russia ha invaso un Paese vicino che si era legittimamente reso indipendente nel 1991.
    Invadere uno stato indipendente non è ammissibile. Giusto aiutare chi difende la sua indipendenza. Anche con le armi. Senza l’aiuto militare occidentale, l’Ucraina non esisterebbe più. Sarebbe stata annessa alla Russia. Va bene questo ? Secondo me, assolutamente no. Accettare ciò significherebbe accettare che la Russia possa riprendersi anche tutti gli altri paesi vicini che si sono resi indipendenti. Significherebbe estendere la guerra ad altri paesi. Grazie all’aiuto militare occidentale, la situazione sul campo si è progressivamente stabilizzata. Quando capirà di non poter vincere sul campo, Putin si siederà al tavolo, accetterà un compromesso e dovrà ammettere che il suo sogno di rifare l’Unione Sovietica non è realizzabile perché non ne ha la forza.
    Questa è l’unica soluzione accettabile. Un compromesso che salvi al massimo grado possibile l’indipendenza dell’Ucraina.

  8. Francesco says:
    1 mese ago

    Invadere uno stato indipendente non è ammissibile. Sono più che d’accordo. E la Libia allora ? Come mai non ci siamo opposti, è abbastanza vicina a noi no ? Quanta idiozia utile agli scopi di Washington.

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