Vito Chimenti, classe 1953, noto attaccante che ha calcato la scena calcistica negli anni Settanta-Ottanta se n’è andato morendo sul campo di battaglia che gli era più congeniale: il campo di calcio. Si è accasciato poco prima dell’incontro del Campionato di Eccellenza fra la squadra lucana del Pomarico (dove allenava nel settore giovanile), ed il Real Senise.
Una carriera in giro per l’Italia
Ha fatto la cosiddetta gavetta vestendo la maglia di molte squadre soprattutto del centro-sud; le uniche esperienze al nord li fece con il Lecco nei primi anni Settanta, con la Pistoiese agli inizi degli Ottanta (ma mai nel Bari, sua città natale).
Dopo una fugace apparizione nella Lazio nel 1973 senza disputare alcuna gara, il suo fu un “pellegrinare” fra Matera, Salernitana, Palermo, Catanzaro, Avellino, Taranto. Appese le scarpe al chiodo intraprese la carriera di allenatore.
Il bomber della bicicletta
Due furono le qualità peculiari di Vito: era un combattente indomito ed era famoso per la bicicletta, un disegno magistrale attraverso il quale riusciva a saltare l’avversario facendogli passare la palla sopra la testa dopo averla sollevata da terra. Un movimento eseguito perfettamente, alla pari della rabona nella quale si cimentava impeccabilmente il suo collega e concittadino Giovanni Roccotelli, altro talento che non ha mai indossato la maglia della città natia.
Vito ebbe i suoi momenti di gloria in A, con le maglie del Catanzaro (1979-80), della Pistoiese (1980-81) e dell’Avellino (1981-82) per complessive 77 presenze e 13 gol.
Nel giugno 1979, con la maglia del Palermo, Vito rischiò di vincere la finale di Coppa Italia disputatasi a Napoli contro la Juventus. Clamoroso fu il suo goal in apertura di partita realizzato al portiere della Nazionale Dino Zoff, rete che scompigliò le certezze dei bianconeri. Vito purtroppo non portò al termine il match causa un infortunio verificatosi alla fine del primo tempo. Il secondo tempo fu un’autentica battaglia con la Juventus che riuscì a pareggiare i conti, con Brio, a pochi minuti dalla fine. Supplementari: a tre minuti dai calci di rigore, fu Franco Causio a giustiziare i rosanero; per il Palermo si era rinnovata la maledizione del 1974 quando aveva perso un’altra finale di Coppa Italia con il Bologna.
Professionista serio, non si può fare a meno di ricordare come Vito Chimenti, allorquando affrontava il Bari, era galvanizzato fino all’inverosimile. Ricordiamo solo due episodi.
In Bari-Matera del 15 maggio 1977, campionato di Serie C, con i biancorossi in lotta per la promozione con la Paganese, Vito collezionò un’ammonizione e, quando la partita stava per volgere al termine sul risultato di 0-0, venne sostituito. Stava per indossare la giacca della tutta quando l’urlo assordante del della Vittoria richiamò la sua attenzione: Sciannimanico al 90° aveva regalato i due punti al Bari (rete nella porta sotto la curva nord). Vito guadagnò gli spogliatoi non facendo mancare un suo ghigno di rabbia rivolto ai tifosi baresi che occupavano uno spicchio della curva sud.
Nel campionato di Serie B, in Bari-Palermo del 18 dicembre 1977, l’attaccante con la maglia siciliana fece mostra della sua bicicletta e realizzò nel secondo tempo il goal (sotto la sud) del vantaggio palermitano, una rete da vero opportunista. Grande fu la sua esultanza. Il Bari pareggiò a pochi minuti dalla fine con Stefano Pellegrini su azione di calcio d’angolo, corner inesistente (per la verità dei fatti).