Sir Winston Churchill non avrebbe mai dato il permesso per farlo erigere. Per questo dimenticò volutamente di menzionare le azioni del Bomber Command in seno alla Royal Air Force nel suo discorso conclusivo alla fine della guerra. Eppure durante i giorni critici del 1940 aveva sostenuto che i bombardieri pesanti avrebbero costituito lo “strumento decisivo della vittoria”, Il motivo della “dimenticanza”? Si vergognava e con lui molti inglesi a conoscenza dei massacri da loro perpetrati. Proprio Churchill che aveva aizzato i suoi con imperativi bellicisti: “Bombardate! Terrorizzate!” dopo aver esaminato le immagini di Dresda rasa al suolo, coi cumuli di cadaveri ammassati per strada si chiese: “Siamo bestie? Ci siamo spinti troppo oltre?”.
Costato più di 6 milioni di sterline il Memorial Bomber Command è un monumento commemorativo che sorge a Green Park, a Londra. Per raggiungerlo qualsiasi bus da Marble Arch in direzione Hyde park Corner va bene, è dedicato agli equipaggi degli aerei del Bomber Command della Raf che parteciparono alle missioni prevalentemente notturne, sulla Germania nazista e l’Europa occupata.
Inaugurato alla presenza della regina Elisabetta II il 28 giugno 2012, è stato costruito per ricordare il sacrificio dei 55.573 uomini di equipaggio britannici, canadesi, cecoslovacchi, polacchi e di altri paesi del Commonwealth morti in azione e anche, per soprammercato, in memoria dei civili di ogni nazione uccisi durante i bombardamenti. Per la serie: un colpo al cerchio e uno alla botte. .
Accese polemiche e dissensi riguardo alla strategia e alle tattiche, ritenute brutali e sanguinarie, impiegate dal Bomber Command sono state alla base del silenzio ufficiale inglese, durato molti anni. Non veniva dedicato alcun monumento agli equipaggi dei bombardieri perché avrebbe significato commemorare un crimine. Al punto che Il ministero della difesa britannico e il ministro Philip Hammond, sono stati criticati per non aver erogato alcuna somma per l’inaugurazione. A causa della carenza di fondi per pagare il costo previsto di 700.000 sterline della cerimonia di inaugurazione, un certo numero di veterani ha anticipato di tasca propria le spese dell’evento, garantendo la copertura dei costi se le donazioni non fossero state sufficienti. Dentro il “tempio” sette poderose sculture di bronzo raffigurano gli uomini “provati” di un equipaggio colti al ritorno da una missione.
Ai loro piedi, scolpita nel marmo, una citazione di Pericle: “Posseggono realmente la libertà solo coloro che la difendono con coraggio”. Ma il coraggio non può far rima con il massacro di inermi.
Alla cerimonia hanno preso parte circa 6.000 veterani e familiari di caduti mentre l’Avro Lancaster del Battle of Britain Memorial Flight lanciava papaveri di carta utilizzati o indossati dai Brits per ricordare i caduti in guerra.
Così spiega nostra sorella Wikipedia:
“Il bombardamento a tappeto (o bombardamento d’area o di saturazione) è una tecnica consistente nel colpire in maniera indiscriminata vaste aree, spesso urbane di territorio nemico, con lo scopo diretto di distruggere il morale della popolazione al fine di fiaccarne la resistenza, gli impianti di produzione industriale, le linee di comunicazione, le infrastrutture, i centri logistici. Differisce, dunque, dal bombardamento finalizzato alla distruzione diretta degli obiettivi militari. Questa pratica è stata largamente adoperata durante la seconda guerra mondiale, soprattutto dalle forze aeree inglesi ed americane; grosse squadre di bombardieri (a volte oltre un migliaio) riversavano bombe a caduta libera sul territorio nemico, spesso con un elevato rapporto in ordigni incendiari (termite, napalm, fosforo bianco e simili), colpendo così bersagli di dimensioni molto ampie. Talora il bombardamento a tappeto ebbe la finalità di distruggere personale o materiale, talaltra era esplicitamente pensato come mezzo per demoralizzare o punire la popolazione civile (si parla, in questo caso, di terrorismo aereo). Spesso alle bombe incendiarie si affiancavano bombe ritardate o a tempo, con il fine di uccidere i pompieri impegnati nello spegnimento degli incendi. Con questo meccanismo si potevano talora produrre delle vere e proprie tempeste di fuoco… Il punto culminante venne raggiunto nel febbraio 1945 con l’attacco, nel corso dell’operazione Thunderclap, alla città barocca di Dresda. La notte del 13 febbraio, 796 Lancaster sganciarono 1.478 tonnellate di bombe ad alto potenziale e 1.182 tonnellate di bombe incendiarie. L’aeronautica tedesca, ormai in ginocchio, non fu in grado di opporre alcuna resistenza. Tre ore dopo, altri 529 Lancaster colpirono Dresda con 1.800 tonnellate di esplosivo. A mezzogiorno del 14, le fortezze volanti delle forze aeree americane sganciarono altre 771 tonnellate di bombe, ripetendosi il giorno dopo con ulteriori 466 tonnellate.
La città si trasformò in un rogo. Alla fine, delle 28.410 case che costituivano il centro della città, 24.866 erano distrutte e un’area di 15 km quadrati completamente rasa al suolo, causando circa tra 18.000 e 25.000 vittime. L’impatto psicologico sui superstiti fu devastante. Lo scrittore statunitense Kurt Vonnegut, prigioniero in un campo nei dintorni di Dresda durante il bombardamento, narrò la sua esperienza in Mattatoio n. 5, uno dei suoi libri più famosi”.
Le scelte dell’invasore russo che sta devastando l’Ucraina devono essere ispirato al capo del Bomber Command, certo Arthur Travers Harris, soprannominato Bomber Harris o Butcher Harris (Harris il Macellaio) fatto poi baronetto, Cavaliere di Gran Croce dell’ordine del Bagno e Ufficiale dell’Ordine dell’Impero britannico. All’inaugurazione della sua statua qualcuno dalla folla ha gridato: “He was a criminal!”
Per contorno il sito inglese London Remembers:
“Il memoriale è oggetto di controversia per vari motivi: In primo luogo, la dubbia etica dei bombardamenti ha fatto sì che alcuni ritenessero che non dovesse esserci alcun memoriale. Poi ci sono state proteste secondo cui il sito scelto richiedeva l’abbattimento di parecchi alberi. E poi le recensioni sulla sua qualità artistica non sono lusinghiere: criticati il suo tradizionalismo e classicismo, ma anche la qualità del progetto architettonico d’insieme.” Con quello che è costato in ogni senso!
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Pur consapevole delle nefandezze commesse in ogni guerra, di cui i nostri alleati sono maestri e lungi dal voler difendere i russi, a me non risulta che l’invasore stia utilizzando gli stessi metodi della RAF in Germania. D’altronde, credo che se vi fossero state, siano in corso o vi saranno azioni del genere, saremmo inondati tempo zero di immagini a testimonianza delle stesse.
caro Franceso,
concordo, ma il nuovo “zar” ha tutto il tempo di imparare, e’ sulla strada giusta, del resto di nefandezze ne deve conoscere a sufficienza visto il suo pregresso lavoro al KGB. Attaccare popolazioni civili, mi basta, anche se come dice un bel libro di Fridges, LA STORIA DELLA RUSSIA, l’Occidente non lo ha aiutato a sceliere da che parte stare, anzi, e’ stato snobbato, e poi abbiamo allargato la sfera Nato, fin sotto casa sua…mah!