L’estate sta finendo. E Boateng se ne va. Ma pure Quagliarella e chissà chi altri ancora. L’ultima raffica di trasferimenti prima dello stop al mercato – fino a quello di riparazione in inverno – non riserva nessuna novità degna di nota, almeno rispetto all’andamento degli ultimi mesi calcistici italiani. Il Milan cede all’euro pesante della Germania profonda. E Kevin Prince Boateng, l’uomo che ha regalato la Champions ai rossoneri (e un anno di panchina in più al traballante Max Allegri) si accasa allo Shalke 04 di Gelsenkirchen. In fondo, Kevin, nato da padre ghanese e madre tedesca che ha scelto la nazionale africana per ripicca contro la Federazione teutonica, torna a casa sua. Sarà rimpiazzato da Alessandro Matri, la cui partenza, destinazione Milano, è stata mal digerita dal capotribù juventino Antonio Conte. Non per questioni tecniche, sia chiaro: ma perché l’approdo rossonero della punta rischia di risolvere la Balotelli-dipendenza della squadra di Allegri.
Ma la Juve ha ceduto pure Fabio Quagliarella il quale sarebbe in procinto di lasciare Villar Perosa per andarsene al West Ham. Secondo le agenzie di stampa la punta di Castellammare di Stabia ha detto sì agli Hammers perché gli farebbe piacere trasferirsi a Londra. Strano destino, quello di Quagliarella. Nella ‘sua’ Napoli venne chiuso dai ‘tre tenori’ Lavezzi, Cavani e Hamsik. A Torino dai neoarrivati Tevez, Llorente e persino da Seba Giovinco. E’ inutile girarci attorno: se non sei per lo meno oriundo, nel rutilante mondo della pedata italica, non ti si calcola nessuno. E se per disgrazia nasci attaccante sei praticamente tagliato fuori. Si riscatterà a Londra (come una generazione di giovani italiani che lì hanno dovuto sbarcare per trovare uno straccio di lavoro, ma questa è un’altra storia) e verrà rimpianto (come una generazione di giovani italiani che appena potranno si faranno il passaporto straniero, ma anche questa è un’altra storia).
E mentre Milan e Juve ballonzolano alle prese con i saldi di fine stagione (Galliani vuol riportare Kakà a Milano e si rivuole regalare Honda, che è forte sì, ma mica è Hollie Hutton…) l’Inter continua ad aspettare lo zio d’Indonesia Erick Thohir. Massimo Moratti, prima di chiudere, non ha portato nomi eccellenti alla corte di quel vulcanico artigiano del calcio che è Walter Mazzarri. Si è limitato a qualche giovanotto di belle speranze e a qualcuno, leggi Rolando, che ha dato un tocco alla ‘Mai dire Gol’ al mercato nerazzurro.
Proprio in tempi di crisi, ogni squadra, dovrebbe puntar forte sul vivaio, magari dare fiducia alla generazione terribile dell’Under 21, ad esempio. Invece si preferisce cedere, lasciare l’incerto e puntare sull’usato sicuro (per quanto possa esserci di certo ed affidabile nel calcio…). Ecco, dal calcio arriva una lezione importante. Proprio questa è la strada per (non) uscire dalla crisi…