L’allenatore della Juventus Mister Allegri commenterebbe così: “…innanzitutto bisogna dire bravi … agli emiri del Qatar”. Dobbiamo riconoscerlo abbiamo a che fare con gente davvero in gamba. Non basta avere (tanti) petrodollari, di quelli dispongono anche le altre monarchie del Golfo. Bisogna saperli spendere.
E gli emiri hanno dimostrato di saperlo fare. Eccome. Hanno conquistato il Mondiale di calcio umiliando paesi come gli Stati Uniti e l’Inghilterra, con la più grande opera di corruzione che si sia mai vista nello sport professionistico. Eppure il Mondiale si gioca regolarmente. Quando nel 2010 gli emiri vinsero la lotteria (truccata) della Fifa non avevano neppure gli stadi. In pochi anni ne hanno costruiti sette nel deserto costringendo letteralmente ai “lavori forzati” decine di migliaia di lavoratori immigrati con turni massacranti anche al caldo torrido. In quasi settemila ci hanno rimesso la pelle. Una vergogna eppure nessun governo ha vietato alla propria nazionale di scendere in campo a Doha.
In Qatar nel “mese mondiale” è andata in scena qualche timida protesta “colorata” per i diritti civili ma nulla più. Ma che ci sia una grande strategia che da Doha raggiunge anche Bruxelles lo scopriamo dall’inchiesta della magistratura belga. Che ha individuato almeno sedici esponenti della sinistra a libro paga del Qatar. Non solo. Dalle carte si evince anche che due ONG erano finanziate direttamente dal Qatar. “No peace without justice” fondata nel 1993 da Emma Bonino, nata da una campagna del Partito Radicale transnazionale e “Fight Impunity” fondata nel 2019 dall’ex parlamentare europeo Antonio Panzeri (ex Pci, Cgil, PD) che vanta tra i membri onorari l’onnipresente Bonino e Federica Mogherini, ex Alta Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri. Notizie non da poco. Le Organizzazioni non governative sono il fiore all’occhiello della sinistra globalista e radicale. Scoprire che alcune sono direttamente pagate da Stati extra europei per ragioni “oscure” suscita qualche sensazione.
Ma perché gli emiri hanno voluto investire qualche briciola dei loro averi in piccoli e avidissimi burocrati di Bruxelles e perché sono stati scelti esponenti della sinistra?
Riduttivo credere, come scrivono i magistrati che sia stato solo “per influenzare le decisioni finanziarie e politiche del Parlamento europeo” e ripulire l’immagine del Qatar sui Mondiali.
Per capire perchè il Qatar ha puntato sulla sinistra e sulle ONG, come dimostra l’inchiesta in corso, dobbiamo alzare il livello e parlare della strategia globale degli emiri che ha al centro l’Islam. Il Qatar non è più il “dito di sabbia nel mare” secondo la definizione degli antichi colonizzatori inglesi. E’ un piccolo paese, grande quanto l’Abruzzo che galleggia letteralmente sul gas liquido. Le sue risorse appaiono infinite e sempre più indispensabili per l’Europa affamata di gas, dopo la scellerata guerra in Ucraina. Con questa arma finale il Qatar gioca una sua partita che è anche religiosa. L’islam dell’Emirato è quello sunnita wahabita, che propone una lettura tra le più integraliste del mondo musulmano. Doha si è posta come obbiettivo di diventare punto di riferimento del mondo islamico favorendo l’ascesa del wahabitismo in competizione con l’altro Stato integralista per eccellenza: l’Arabia Saudita. Lo schema qatarino punta a questo: i Mondiali di calcio, gli investimenti finanziari, i grandi musei di Doha, Al Jazeera e quant’altro, sono solo strumenti di un soft power che ha come principale obbiettivo far diventare il Qatar un paese ammirato ovunque ma soprattutto leader del mondo islamico. Come dimostrano le attività della Qatar Charity Foundation, organizzazione non governativa di Doha che opera in settanta paesi al mondo tra cui molti europei. Obiettivo: finanziare centri studi islamici e moschee. Una vicenda nota e inquietante tanto che già nel 2007 i servizi segreti francesi in un rapporto scrivevano: “sarebbe opportuno considerare le motivazioni che spingono i generosi donatori qatarini a finanziare tutti questi progetti di costruzioni di moschee in terra cristiana”. Moschee collegate a doppio filo con la Fratellanza Musulmana, gruppo considerato fuorilegge in molte nazioni arabe. Dal 2014 l’Italia è stata inondata da decine di milioni petrodollari qatarini destinati alla comunità islamica (circa tre milioni di persone). Sono una cinquantina i progetti finanziati dalla Charity nel nostro paese (moschee, centri preghiera, centri culturali). Fondi finiti soprattutto all’Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche in Italia) gruppo collegato alla Fratellanza Musulmana. E qui entra in campo la politica con la sinistra italiana. E’ il PD il garante di questo gruppo. Nel 2016 è l’allora ministro piddino Andrea Orlando a firmare la convenzione che affida agli imam dell’Ucoii il compito di prevenire la penetrazione nelle carceri dell’Islam radicale. Una mossa oggettivamente insensata perché gli stessi imam sono i principali divulgatori del verbo integralista. Nel 2017, il governo Gentiloni firma il “Patto nazionale sull’Islam” con l’Ucoii che diventa così interlocutore ufficiale dei nostri governi.
L’idillio ideologico finanziario che lega il Partito democratico e la sinistra europea all’Islam dei Fratelli Musulmani si estende a Bruxelles come risulta dalle indagini belghe.
Dove emerge da una parte la strategia globale degli emiri e dall’altra la funzionalità della sinistra immigrazionista al progetto qatarino.
Due piccioni con la classica fava. La sinistra (da sempre maggioranza al Parlamento europeo) serve da lobby politica nelle istituzioni europee grazie anche a sindacalisti “garantisti” come Panzeri che creano ONG su commissione favorendo e sostenendo l’immigrazione in tutte le sue varianti. Quell’immigrazione dai paesi islamici funzionale ai progetti di Doha. Per Paolo Branca, docente di Lingua e letteratura araba all’Università Cattolica di Milano è in corso un “islamizzazione dolce” dell’Italia. Spiega Branca: “Il Qatar ha creato un asse culturale con l’Ucoii, in questo modo con i finanziamenti l’Italia si porta a casa l’Islam più conservatore e tradizionale, senza neppure domandarsi quale effetto uscirà tra dieci anni da questa qatarizzazione”.
Una domanda che anche a Bruxelles nessuno si pone. Ma non sembra lontano il giorno in cui con lo svilupparsi delle comunità musulmane europee nasceranno partiti islamici in gradi di condizionare la formazione di governi e delle politiche europee. Un processo che va totalmente al di là delle capacità cognitive e culturali della sinistra assetata di affari e quattrini facili, impegnata a sostenere l’immigrazione clandestina senza se e senza ma.
*vicedirettore News Mediaset e autore del libro “Qatar 2022. Un mistero mondiale. Petrodollari, rivoluzioni, calcio e tv”
Il Qatar fa la sua politica. I qatarini sono bravi, hanno organizzato dal nulla un magnifico Mondiale. Chapeau!
Meglio l’Islam qatarino di quello salafita. Meglio l’Islam che il nulla politically correct, gender fluid, narcodipendente…
La nostra sinistra (PCI di Togliatti) si faceva comprare da Stalin pure per meno. Per dire che un genocida pazzoide era la speranza dell’umanità e della libertà…
Il Qatar fa il suo, non c’è dubbio. E’ l’Europa che ha perso completamente la rotta. In assenza di una totale inversione di tendenza, ha ragione Gian Luca Mazzini, avremo partiti islamici in grado di condizionare la vita politica, milioni di musulmani pronti ad essere mobilitati ed autoctoni europei femminizzati o di genere fluido. Le profezie di Houellebecq non sono poi così lontane.
Tutto è meglio del politically correct, del gender fluid e nefandezze annesse, ma abbiamo una tradizione più che millenaria alle spalle, non abbiamo bisogno dell’Islam, ne salafita, ne wahabita, non a casa nostra.
Grazie!!!
tante belle cose. Auguri di buone Feste a tutti.
GM
Settemila ci han rimesso la pelle.. BUM! Sembra sentire Conte o Berlusca parlando di RdC o posti di lavoro….
Cavallo di troia? Non so. Io non vedo il cavallo…
Smettiamola di far retorica vuota sui diritti umani (cioè LGBTQ) del Qatar e monarchie del golfo. Occidente ridicolo ed ipocrita.
Ed io non vedo la città assediata….
Francesco. Purtroppo la realtà ci dice che le chiese son vuote e di certo non le riempirà il successore di papa Francesco. Lui ora pensa alla Cina, dove la Chiesa può crescere demograficamente ed economicamente. Come ha scritto il noto vaticanista e geopolitico vaticano, Piero Schiavazzi: “Papa Wojtyla spiegò che nel primo millennio la Croce fu piantata in Europa, nel secondo millennio nelle Americhe, nel terzo millennio verrà piantata in Asia. E Francesco per andare a Oriente vuole recuperare una purezza evangelica scevra dall’ancoraggio occidentale attraverso la mediazione greco-romana. Il Cristianesimo come lievito che si scioglie in altre civiltà, rompendo con la civitas christianas (che non attecchirebbe in Asia), e che si presenta in Cina col solo Vangelo, predicando una religione abramitica che funga da minimo comune denominatore valido per tutte le nazioni del mondo. La fratellanza abramitica è la concezione di un’epoca storica che precede la democrazia e in “Fratelli Tutti” (Terza Enciclica, 2020), Papa Francesco parla di diritti fondamentali dell’uomo, ma non di diritti politici, cioè voto e democrazia”. Si può non essere d’accordo con l’interpretazione, ma il succo dell’ideologia di Bergoglio è proprio questa, mi pare. Il cattolicesimo si sta esaurendo, federiamoci con i musulmani (oltre che con gli ebrei) e cerchiamo in qualche modo di sopravvivere… Cosa che, a mio avviso, non avverrà, comunque
In ogni caso sarebbe forse bene non dimenticare che durante la costruzione, per iniziativa nordamericana, del Canale di Panama morirono oltre 22.000 persone tra tecnici e operai…
Eh ma i morti causati dagli yankees non contano mica, o se contano, è sempre per una giusta causa…