Gente Allegri il ciel l’aiuta. Il tecnico del Milan depone il sorriso d’ordinanza e lancia la provocazione: “Forse mi dimetto” inducendo Adriano ‘zio Fester’ Galliani ad una sessione di lavoro straordinaria tra microfoni e giornalisti nel dopo partita contro il Psv che ha decretato il passaggio del turno dei rossoneri grazie al rotondo 3-0 rifilato ai belli ma inconsistenti olandesi. Che peraltro si inguaiano anche le celebrazioni del loro primo secolo di storia sportiva. Balotelli e Boateng rovinano la festa dei cent’anni al Psv che ricorre il 31 agosto.
Max Allegri si è tolto la prima pietra dalla scarpa. E siamo solo al 28 agosto. L’allenatore ha spiegato: “Con la vittoria di oggi si chiude la stagione iniziata a gennaio. Stanotte posso pensare serenamente se è il caso di dimettersi”. Il livornese si è tenuto dentro la salsedine amara delle critiche piovutegli addosso nel corso del campionato scorso e, dopo le disastrose apparizioni di quest’anno (andata ad Eindhoven e disfatta di Verona) ha riversato la sua collera contro chi continua a pensare che lui, in fondo, non sia davvero all’altezza del Milan e di chi lo ha preceduto sulla panca rossonera come Fabio Capello, Arrigo Sacchi e Carletto Ancellotti.
La sua storia da tecnico sembra quasi ricalcare quella da calciatore: un’eterna promessa mai davvero sbocciata. Lo volevano sostituire con uno che ancora sta giocando, Clarence Seedorf, e se non fosse stato per la disastrosa esperienza da timoniere in Svizzera, magari quest’anno sarebbe stato soppiantato in cabina di regia da Rino Gattuso.
In fondo, Allegri, è un tecnico della nouvelle vague ‘giovane’ che però si è fatto le ossa nelle serie minori. Il Sassuolo dei miracoli, ad esempio, è anche ‘figlio’ suo. Ma tant’è: nessuno gli perdona le disastrose false partenze del Milan che hanno reso la squadra rossonera poco credibile al cospetto della Juve dei cannibali guidata dal sanguinoso capotribù Antonio Conte o del Napoli di celluloide che quest’anno ha affidato a Rafa Benitez la regia del sequel del film d’amore iniziato con Walter Mazzarri, stavolta alle prese con i giovanissimi della leva Moratti nella ridotta interista che attende notizie dall’Indonesia del bel Thohir.
Da parte sua Adriano Galliani ha dovuto dar fondo a tutta la sua flemma per smorzare subito le polemiche. “Ha fatto la battuta”, ha detto, quasi si trattasse di uno sketch da cabaret. Chissà come l’avrà presa Max l’incompreso…