Con la prova in linea degli uomini professionisti, si è conclusa la settimana dei Mondiali di ciclismo su strada, organizzata a Wollongog, in Australia, nel contesto di un percorso molto veloce.
Il momento decisivo
Fratturatosi il gruppo in due parti ad una sessantina di chilometri dalla fine, complice anche una caduta, il belga Evenepoel lancia un primo affondo ai meno 59, facendo subito una importante selezione; la mossa decisiva viene portata a poco meno di 35 chilometri dalla fine: un nuovo allungo del corridore del Belgio, porta via una coppia in testa, formata da lui e dal kazako Aleksej Lutsenko.
I due procedono con cambi regolari fino alla salitella di Dumfries Avenue, quando con circa 26 chilometri rimasti, il belga saluta la compagnia del corridore kazako ed alzandosi sui pedali, in progressione, s’invola, costruendo l’allungo che secondo dopo secondo gli serve per mettere da parte un enorme vantaggio.
La pedalata e l’arrivo in solitaria sono il più meritato degli onori, splendido e dirompete successo, coperti i 266, 9 chilometri in 6 ore 16’08”, alla media di 42, 575 km/h.
Alle sue spalle, ripreso Lutsenko, la volata degli inseguitori assegnava gli altri piazzamenti: sul podio, staccati di 2’21”, il francese Cristophe Laporte e l’australiano Michael Mattews; due gli italiani nella Top 10, Trentin quinto (dietro l’altro belga Wout Van Aert, tra i grandi favoriti ma sfavorito dl frazionamento del gruppo), Bettiol ottavo.
Il protagonista
Remco Evenepoel, classe 2000 e un passato promettente da calciatore delle giovanili dell’Anderlecht, ha corso a modo suo, sfruttando al massimo gli spazi concessigli, soprattutto da parte della Francia che dopo aver tirato duramente nelle fasi iniziali, aveva tuttavia smesso di condurre le operazioni, preferendo nascondersi per far risparmiare al massimo le energie di Alaphilippe.
Il ciclismo degli anni 2020’ sembra offrire maggiori spazi all’eclettismo e alla fantasia, anziché farsi bloccare dai tatticismi e il giovane corridore sembra impersonare in pieno queste nuove tendenze.
Considerando poi che nelle prove in linea iridate non è consentito l’uso della radiolina, questo fattore può lungamente essere sfruttato.
La conquista della maglia iridata sugella una stagione meravigliosa, già impreziosita dalle vittorie nella Liegi-Bastogne-Liegi, nella Classica di San Sebastian e nella Vuelta di Spagna.
Questi risultati, al contempo, hanno rappresentato un tangibile riscatto personale, visto che una terribile caduta in un dirupo durante il Giro di Lombardia del 2020 aveva rischiato di compromettergli ben più che la carriera.
Capitolo Italia
Gli Azzurri, al primo Mondiale con Daniele Bennati nel ruolo di CT, hanno corso affatto male, per quanto non presentatisi nel lotto dei favoriti.
La grande condizione di Bettiol, tre corridori inseriti tra gli uomini in testa (Rota, Conci e Battistella) e il rammarico che se si fossero “sdoppiate le marcature”, con un corridore su Van Aert e un altro sulla ruota di Evenepoel, le prospettive sarebbero potute essere anche migliori.
Tuttavia, forte deve essere la soddisfazione per i piazzamenti e soprattutto per la capacità di esserci stati, senza aver soltanto figurato.