“Il Governo è a rischio ogni giorno se si parla di temi”, e “da alzare la voce ad avere il coraggio di rischiare di andare a casa ce ne passa”: questa la posizione della leader di Fdi, Giorgia Meloni, rispondendo ai cronisti che le chiedevano a Bari se le fibrillazioni dovute all’aumento della spesa militare possano realmente minare la tenuta del Governo.
Maggioranza draghiana scricchiolante
Per Meloni, “la maggioranza sta insieme per interesse e non per visione o per volonta’ o capacita’ di dare risposte sensate ai cittadini. Dopodiché che vadano a casa è un’altra questione, perché normalmente in democrazia è il Parlamento che tiene in piedi il governo, in questo caso abbiamo un governo che tiene in piedi il Parlamento. Il che è una anomalia”.
Spese militari e Nato
“Fratelli d’Italia – ha ribadito – il tema delle spese militari ce l’aveva nel programma da qualche anno, altri si svegliano quando siamo nel burrone. Noi facciamo parte dell’Occidente e siamo legati agli Stati Uniti, pero’ non sempre gli interessi dell’Europa e quelli degli Stati Uniti sono identici”. “Noi di FdI – ha concluso – abbiamo sempre ritenuto che nella Nato dovesse esserci una colonna europea e una americana. Se poi le nazioni europee non rispettano i vincoli dell’Alleanza e’ ovvio che conteranno meno, lo abbiamo visto”.
Ma di quale colonna europea va cianciando questa sovranista all’amatriciana ? In ambito NATO una colonna europea non esisterà mai, se non attraverso la creazione dell’ennesima struttura fantoccio degli USA.
O difesa europea (come scrive Massimo Fini) o sudditanza NATO, tertium non datur
Francesco
concordo completamente e aggiungo del carico: se la Germania (che nella crisi ucraina si trova quasi sulla linea del fuoco) dovesse riarmarsi pesantemente come previsto, quanto ci metterà a chiedere un arsenale atomico per sé stessa?
Se dovesse porre l’aut-aut, a fronte di un potenziale riavvicinamento a Putin, io penso che la NATO cederebbe alle richieste.
Se così fosse, con un club atomico costituito da GB, USA, Francia e Germania, a chi toccherebbe nella NATO fornire “carne da cannone” per le avventure belliche nel mondo? Ai soci di minoranza, cioè Italia, Spagna, Portogallo e (forse) Turchia.
Francesco. Vuoi cambiare poderosi armamenti a suon di chiacchiere?
Ci penserà D’Alema ad armarci,lui si che è un esperto nel trafficar armi..
Tempo al tempo Guidobono. Come ho scritto, bisogna prima portare a maturazione l’idea (che in ambito militare non è poi così minoritaria – loro le conoscono bene le avventure belliche a cui fa riferimento Bardamu80), dopodiché con una politica dei piccoli passi un tantino più lungimirante…
Il problema è che la nostra, tanto osannata, alternanza democratica, funge da ostacolo ad una pianificazione a lungo termine. E’ dura, molto dura e senza figure politiche di livello, lo è ancora di più.